Rock News
27/07/2023
Pochi giorni fa Brian May ha presentato con un evento negli studi Abbey Road di Londra la riedizione speciale del suo progetto solista più spettacolare, Star Fleet Project. Un album nato quasi per caso, anzi dalla passione del figlio di Brian May, Jimmy, per una serie televisiva giapponese di grande successo in Inghilterra, Star Fleet realizzato nel 1981 con la tecnica delle marionette animate e dei modellini in scala dagli stessi creatori di Goldrake e Mazinga.
La sigla di Star Fleet, composta dal tastierista Paul Bliss dei Moody Blues è un esempio di pop rock elettronico simile a quello che i Queen hanno fatto con l’esperimento della colonna sonora di Flash e cattura l’attenzione di Brian May. Due anni dopo, mentre è in un periodo di pausa con i Queen e si trova nella sua nuova casa a Los Angeles, Brian May decide di registrare la sua versione di Star Fleet, prenota gli studi Record Plant, fa un giro di telefonate tra gli amici per vedere chi è libero in quel momento e crea la collaborazione più incredibile degli anni Ottanta, Star Fleet Project. In studio arriva Fred Mandel, tastierista aggiunto dei Queen in tour, il session man Phil Chen al basso (che ha suonato con Rod Stewart e Jeff Beck), il batterista dei REO Speedwagon Alan Gratzer, suo vicino di casa a Los Angeles e soprattutto il fenomeno Edward Van Halen, che May ha conosciuto grazie a Tony Iommi.
Non hanno mai suonato insieme e non c’è alcuna direzione artistica al progetto, se non secondo la leggenda la frase di Jimmy May che una volta guardando una puntata di Star Fleet ha detto al padre: “Dovresti rifare la sigla con la tua chitarra.” L’album Star Fleet Project di Brian May & Friends è una jam session tra amici, con la rivisitazione della sigla di otto minuti in cui Eddie Van Halen e Brian May si scambiano assoli, un brano blues scritto dal chitarrista dei Queen (Let Me Out) e sul secondo lato del vinile un’improvvisazione lunga dodici minuti firmata da tutti i cinque membri della band, Blues Breaker (Dedicated to E.C.) e dedicata all’idolo comune di Brian May e Van Halen, Eric Clapton (che però non ha mai apprezzato).
Finite le registrazioni, Brian May porta i nastri a Londra e li mixa insieme al batterista dei Queen Roger Taylor: “Roger ha fatto anche i cori del brano Star Fleet, c’è anche lui nell’album.” La collaborazione con Alan Gratzer è una novità per Brian May, che suona con Roger Taylor fin dai tempi della loro prima band, The Smile, fondata nel 1969. “Diventare un musicista rock di successo ti offre l’opportunità di suonare con i musicisti migliori del mondo” ha detto Brian May presentando il cofanetto “Star Fleet Project – Special 40th Anniversary Edition”, “Io ho suonato con alcuni batteristi incredibili, e Alan Gratzer è uno di loro”.
Il chitarrista dei Queen ha citato nella sua lista di batteristi preferiti anche Cozy Powell con cui ha registrato i suoi album solisti Back to the Light del 1992 e Another World nel 1998 ed è andato in tour per molti anni, e i suoi amici Dave Grohl e Taylor Hawkins. “Ma anche Roger Taylor non è male” ha aggiunto.
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