Rock News
30/06/2023
Paul McCartney ha trascorso oltre 60 anni della sua vita sul palco, creando e portando avanti la storia stessa del rock’n’roll: il primo concerto dei Beatles è stato al Cavern Club al numero 10 dio Mathew Street a Liverpool il 9 febbraio del 1961, l’ultima volta che Paul McCartney è salito sul palco è stato invece al Taylor Hawkins Tribute allo stadio di Wembley il 3 settembre 2022, pochi mesi dopo essere stato a 80 anni l’headliner più anziano del festival di Glastonbury e aver chiuso il 12 giugno 2022 al Met Life Stadium di East Rutherford, New Jersey il tour americano Got Back Tour.
Tantissime cose sono cambiate, ha raccontato in una puntata del podcast di Conan O’Brien “Conan O’Brien Needs a Friend”, per quanto riguarda la struttura del concerto rock: «Oggi generalmente c’è un artista principale e uno di supporto. Quando ho iniziato a suonare io dal vivo negli anni 60 c’erano tante band tutte insieme sullo stesso palco. Avevamo a disposizione molto meno tempo. Nessuno poteva suonare a lungo». Paul McCartney ha presentato il suo libro di fotografie 1964: Eyes of the Storm (uscito recentemente anche in Italia) che raccoglie le foto che ha scattato con la sua Pentax durante i tour in Inghilterra e America del 1963 e 1964 che hanno fatto scoppiare la Beatlesmania nel mondo. 275 scatti divisi in sei città, Liverpool, Parigi, New York, Washington e Miami che raccontano l’evoluzione improvvisa del concerto di musica rock’n’roll in un evento in grado di scatenare un entusiasmo incontrollabile nei fan («Come altro si può definire? Pandemonio!» ha scritti Paul McCartney nell’introduzione), una scintilla che accende il rock’n’roll in America e in Inghilterra grazie alla musica e allo stile di George, Paul, John e Ringo. «I concerti erano un insieme di spettacoli di diverso genere» ha raccontato Paul McCartney, «Spesso prima delle band c’era un comico, al quale i promoter dicevano: puoi fare quattro minuti. Per questo quando a noi dicevano di fare 30 minuti ci sembrava epico. Questa era la formula del successo dei Beatles: suonavamo al massimo per mezz’ora, venivamo pagati e andavamo alla data successiva».
Paul McCartney ha scherzato dicendo che adesso a ottanta anni deve lavorare più duramente di quando ne aveva venti: «Adesso i concerti devono durare tre o quattro ore, prima nessuno suonava così a lungo». Il responsabile secondo Sir Paul è uno solo, Bruce Springsteen e le sue maratone rock da oltre tre ore: «La colpa è di Bruce, gliel’ho sempre detto! Ci ha rovinati tutti».
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