Rock News
Pink Floyd, sospesa la vendita del catalogo. Tra le cause incomprensioni tra i membri e le dichiarazioni di Waters
Secondo alcune fonti le posizioni dell'ex bassista in campo politico avrebbero danneggiando l’immagine della band
L’anno scorso i Pink Floyd hanno annunciato di essere pronti ad entrare nel club dei grandi artisti che hanno venduto il proprio catalogo. Si è parlato di trattative per 500 milioni di dollari con alcune delle società di edizione più importanti nel nuovo mondo dei diritti d’autore, da Blackstone a Primary Wave. Ma secondo le ultime rivelazioni riportate dalla rivista Variety, la vendita è stata bloccata a causa delle continue liti tra Roger Waters e David Gilmour che hanno portato il bassista dei Pink Floyd a risuonare e ripubblicare The Dark Side of the Moon (“È sempre stato un mio progetto, gli altri non avevano niente a che fare” ha detto) ma anche ad incomprensioni con Nick Mason e gli eredi di Richard Wright (il tastierista dei Pink Floyd scomparso nel 2008) e quelli di Syd Barrett, primo chitarrista e cofondatore della band, da cui è stato allontanato nel 1968 (morto a soli 60 anni nel luglio 2006). “L’accordo è al momento inattivo, anche se è la trattativa è ancora aperta” hanno detto delle fonti vicine alle società interessate all’acquisto, “È una situazione strana, i membri della band devono trovare un accordo tra loro”.
Secondo altre fonti, tra i problemi ci sono anche le ultime dichiarazioni di Roger Waters sulla politica internazionale e la guerra in Ucraina (che hanno provocato la cancellazione di un concerto del tour This is Not a Drill a Francoforte in Germania e la successiva azione legale contro il governo tedesco da parte di Waters), che danneggiando l’immagine della band avrebbe diminuito il valore del catalogo. La vendita dei diritti sulle proprie canzoni è un fenomeno che ha investito il mondo della musica negli ultimi anni soprattutto dopo il dominio dello streaming e la riduzione degli introiti derivanti dai concerti per la pandemia: secondo un’analisi del Wall Street Journal, il valore del catalogo di un artista è tra le 10 e le 18 volte più alto delle royalties annuali (e con una tassazione inferiore in America) e per questo in un momento di crisi dell’industria discografica, secondo alcuni critici: “I musicisti sono ansiosi di vendere: stanno cercando di uscire dall’uscita di sicurezza prima che l’edificio crolli.” Lo hanno fatto Bob Dylan, Bruce Springsteen, Stevie Nicks, i Blondie, Chrissie Hynde dei Pretenders e Dave Stewart degli Eurythmics ma anche i Killers e gli Imagine Dragons. Tutte le società di edizione vogliono i Pink Floyd e le loro canzoni senza tempo, ma la band deve aspettare di risolvere i propri dissidi interni prima di chiudere l’accordo.