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The Cure, il vero motivo per cui Robert Smith detesta i Def Leppard

Redazione Virgin Radio

Il frontman inglese: "Mi dà fastidio vedere Joe Elliott che canta con quell’orribile e falso accento americano"

Robert Smith, voce e immagine dei The Cure, è uno dei musicisti inglesi meno capaci di trattenersi quando si tratta di dire qualcosa riguardo alle altre band. Prima delle battute ironiche di Noel Gallagher e delle sparate di suo fratello Liam sui Blur, i Radiohead, i Muse e i Coldplay c’erano i commenti di Robert Smith sulle band degli anni ‘80, il litigio infinito con un’altra icona del decennio come Morrissey (il cantante degli Smiths una volta lo ha definito “Un piagnucolone” e “una vecchia bigotta”, Robert Smith ha risposto definendolo “troppo deprimente”) e le bordate contro i QueenOdiavo tutto quello che facevano”, ma anche negli ultimi anni l’inaspettato amore per band come Korn e Slipknot (“Quello che li accomuna è l’intensità e un reale senso di urgenza e necessità di esprimersi. Mi piace”).  

Nel 1992, Robert Smith si trova di fronte ad una sfida: il 21 aprile 1992 esce Wish, il nono album dei Cure che debutta al numero uno in Inghilterra e arriva al numero 2 in America. Poche settimane prima, il 31 marzo è uscito Adrenalize, quinto album dei Def Leppard che va dritto al numero uno sia in Inghilterra che negli Stati Uniti. Il cantante dei Cure non la prende bene: “Mi ha dato fastidio, perché disprezzo i Def Leppard” ha detto in una conferenza stampa, “Non posso credere che siano così famosi. Sono fasulli. Mi dà fastidio vedere Joe Elliott avvolto nella bandiera inglese che canta con quell’orribile e falso accento americano”.

Per i Def Leppard, Adrenalize è l’album della rinascita dopo il successo di Hysteria del 1987 e la perdita del chitarrista Steve Clark, morto nel gennaio 1991 per le conseguenze dell’alcolismo, che ha firmato sei delle dieci canzoni dell’album. Rick Allen, Phil Collen, Rick Savage e Joe Elliott vanno avanti senza sostituirlo, trovano un suono che li rilancia, e vendono sette milioni di copie. Robert Smith però non è convinto: “Cerco disperatamente di non ascoltarli, ma quando sono in macchina al semaforo non posso farne a meno, sono ovunque. Suonano esattamente come nell’ultimo album. So che con questo mi sto alienando i nostri fan che ascoltano heavy metal, ma non mi importa”.

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