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The Cure, la vera storia di nacque il nome della band di Robert Smith

Redazione Virgin Radio

La band inglese trovò ispirazione nel grande Nick Drake

Five Leaves Left di Nick Drake è uno degli album più profondi ed intensi nella storia della musica britannica, il debutto di un artista misterioso, incredibilmente talentuoso e dal destino tragico che ha lasciato un segno in generazioni di musicisti, tra cui Paul Weller, Kate Bush, Michael Stipe dei REM e Robert Smith dei Cure. Quando esce il 3 luglio 1969, Nick Drake è ancora uno sconosciuto studente di letteratura inglese del Fitzwilliam College di Cambridge, che è stato scoperto dal produttore John Boyd (che ha lanciato la band folk Fairport Convention) e tra una lezione e l’altra prende il treno per andare in studio a Londra per registrare insieme a Danny Thompson dei Pentangles al basso e Richrad Thompson dei Fairport Convention alla chitarra le sue canzoni folk acustiche struggenti, minimali e profondamente sincere, con cui cercava di combattere contro i demoni interiori e la depressione.

Sua sorella Gabrielle Drake, che ha avuto una brillante carriera come attrice di telefilm e a teatro, ha ricordato il personaggio oscuro e tormentato di Nick: «Era molto riservato. Sapevo che stava registrando un disco, ma non ho mai saputo a che punto fosse finchè non è entrato nel mio appartamento di Kensington, ha appoggiato il vinile di Five Leacves Left sul letto e ha detto: eccolo».

Nick Drake lascia l’università di Cambridge nove mesi prima della laurea, si trasferisce a Londra, pubblica il secondo album Bryter Later nel 1971 ma si rifiuta di suonare dal vivo, di eseguire le sue canzoni davanti al pubblico e anche di fare interviste con la stampa. La perfezione dei suoi arrangiamenti, la delicatezza della chitarra acustica e le sue melodie cristalline e sognanti sono in contrasto con un tormento interiore che lo porta a chiudersi sempre più in sé stesso. Nell’ottobre 1971, senza che la sua etichetta discografica, la Island Records ne sappia nulla, registra il suo album definitivo, Pink Moon, lungo solo 28 minuti, undici canzoni che raccontano il suo mondo interiore e la sua lotta contro la depressione, in cui canta accompagnato da una band.

Nick Drake consegna il master dell’album direttamente nelle mani del capo della Island Records Chris Blackwell, poi torna a vivere a casa dei genitori a Tanworth-in-Arden nelle campagne inglesi e due dopo, il 25 novembre 1974, muore a soli 26 anni per un overdose di antidepressivi.

La sua musica rimane un segreto per tutti gli anni 70, i suoi dischi continuano a vendere poco, fino a quando nel 1979 la Island pubblica il cofanetto Fruit Tree che contiene Five Leaves Left, Bryter Later, Pink Moon, alcuni inediti e una estesa biografia della sua breve vita.

Le sue canzoni entrano nell’immaginario degli anni 80, affascinano generazioni di cantautori e influenzano con il loro suono rarefatto e sospeso musicisti sperimentali come Radiohead, Bon Iver, Iron & Wine e tutta la scena indie-folk degli anni 90 e 2000. L’influenza maggiore è però quella esercitata da Nick Drake su Robert Smith dei Cure, che ha detto di aver avuto come lui problemi di salute mentale ma di essere riuscito al contrario di lui a superarli grazie alla musica.

Il nome stesso della band, The Cure, è stato ispirato ad una strofa della prima canzone di Five Leaves Left, Time Has Told Me, in cui Nick Drake canta: “Il tempo mi ha detto che sei una scoperta molto rara. Una cura tormentata, per una mente tormentata.

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