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Jack White spiega perché è contro i telefonini ai concerti: "In chiese, teatri e cinema sono vietati. Il rock non è diverso"
Il rocker di Detroit e la sua politica contro l'utilizzo degli smartphones durante i live: "è un'esperienza umana al cento per cento"
Jack White è stato uno dei primi musicisti a parlare contro l’uso ormai eccessivo dei cellulari durante i concerti rock. A partire dal tour dell’album Boarding House Reach del 2018, Jack White ha chiesto al pubblico dei suoi concerti (escluse le apparizioni ai grandi festival) di non usare il cellulare per fare riprese e di vivere “una esperienza umana al cento per cento.”
Ha anche inventato un sistema in collaborazione con l’azienda Yondr che produce custodie per cellulari chiuse con un lucchetto magnetico: ad ogni spettatore viene chiesto di tenere il proprio telefono nella custodia, che può essere sbloccata e aperta solo in una zona dedicata all’interno della venue. "Penso che sia una perdita di tempo suonare per un pubblico di persone che passa più tempo a guardare uno schermo che la band e non può neanche applaudire perché ha sempre il telefono in mano” ha detto Jack White.
Mentre è di nuovo in tour in America con il Supply Chain Issues Tour per promuovere i due album gemelli Fear of the Dawn uscito in aprile e Entering Heaven Alive che uscirà a luglio, Jack White ha ribadito la sua posizione riguardo ad un’abitudine che allontana le persone dalla realtà: “I telefoni non sono ammessi a teatro, in chiesa e in tribunale quindi perché non eliminarli anche durante i concerti rock? Non si può più pensare che non ci debbano essere regole nel rock’n’roll. Abbiamo già introdotto il divieto di fumo, e la creazione di zone di sicurezza sotto al palco. Non siamo più negli anni 70” ha detto Jack White “Sarebbe bello se si creasse anche nel rock la stessa atmosfera di concentrazione e reverenza che c’è nell’opera.”
Jack White ha detto che l’idea di far chiudere i telefoni nelle custodie è nata come esperimento, ma ha avuto degli effetti positivi che nessuno si aspettava: “Pensavo che le persone si sarebbero infuriate, e invece non ci sono state lamentele. Succedono cose bellissime: la gente parla di musica, si scambia suggerimenti sulle band da ascoltare, proprio come si fa in un negozio di dischi”