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Il 21 maggio 1997 il rock inglese entra nel futuro grazie al terzo album di una band che ha iniziato nella scena Britpop nel 1993 con l’album Pablo Honey, ha conquistato l’attenzione del pubblico e della critica con il secondo album The Bends del 1995 e poi decide di cambiare tutto e fare una musica che ancora non esiste. Sono i Radiohead e il disco della svolta è Ok Computer.
È il disco della sperimentazione con cui Thom Yorke, Johnny Greenwood, Colin Greenwood, Ed O’Brien e Philip Selway si chiudono ai St.Catherine’s Court Studio in una antica villa nella città di Bath e danno spazio al proprio genio e, liberano il rock da ogni confine e lo mischiano con l’elettronica, la psichedelia, il progressive, costruendo un suono che sembra arrivare dal futuro ma nello stesso tempo anche dal meglio della tradizione inglese, dai Beatles ai Pink Floyd.
«Il punto è mirare il bersaglio e poi sbagliare» ha detto Thom Yorke per spiegare Ok Computer: una frase che non vuole dire niente ma dice tutto dei Radiohead del 1997, indefinibili e sperimentali, inafferrabili e oscuri, impegnati a realizzare le loro idee più grandi senza guardare alla scena Britpop, alle classifiche e al mercato discografico. «Non c’è nessun messaggio dietro a Ok Computer, l’unico messaggio è il caos» dice ancora Thom Yorke, mentre le dodici tracce di Ok Computer, registrate dal vivo spostandosi nelle sale della antica villa di Bath per trovare l’acustica giusta conquistano tutti, finiscono al n.1 in Inghilterra e vendono otto milioni di copie. Il primo singolo è una sorpresa: Paranoid Android, una canzone visionaria che ne contiene tre come Happiness is a Warm Gun dei Beatles, lunga sei minuti come Bohemian Rhapsody dei Queen (all’inizio ne durava addirittura quattordici) che Thom Yorke scrive dopo aver assistito ad una lite in un bar di Los Angeles in cui come ha raccontato: «Le persone non mi sembravano umane».
Paranoid Android esce il 26 maggio 1997 arriva al numero tre in classifica inglese e rappresenta secondo i Radiohead e il loro produttore Nigel Godrich la sintesi perfetta del loro suono, «Delicato ed estremo», il momento più alto di una session di registrazione che la band ha descritto come «Un laboratorio».
Il titolo è un riferimento al personaggio di Marvin the Paranoid Android del libro di fantascienza umoristica del 1979 “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams e un riferimento autoironico di Thom Yorke a sé stesso, e all’identità stessa della band che durante il tour in America come supporto di Alanis Morrissette in cui prova le canzoni di Ok Computer davanti al pubblico della cantante pop rock canadese che rimane a bocca aperta, prima di suonare Paranoid Android scherza dicendo che è una cover dei Pink Floyd (un riferimento inserito anche nell’artwork del CD singolo, in cui c’è il disegno di un maiale, simbolo dei Pink Floyd di Animals). «Nessuno si sarebbe mai sognato di fare una canzone da sei minuti piena di cambi e di lanciarla come primo singolo di un album» ha detto il chitarrista dei Radiohead, Johnny Greenwood, che a proposito dell’ispirazione che ha dato vita a questo capolavoro degli anni 90 che anticipa la fusione di generi degli anni duemila ha detto: «E’ semplice. Ci annoiamo facilmente. A volte una chitarra collegata ad un amplificatore non ci basta».
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