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Red Hot Chili Peppers: "Suonare con i Nirvana è stata un’esperienza che ci ha cambiato la vita"

Anthony Kiedis: "I Pearl Jam erano un’ottima band ma i Nirvana avevano qualcosa di magico, erano un’entità davvero potente"

Red Hot Chili Peppers: "Suonare con i Nirvana è stata un’esperienza che ci ha cambiato la vita"

11/04/2022

Martedì 31 dicembre 1991 di San Francisco c’è un concerto organizzato dallo storico promoter Bill Graham (il fondatore del Fillmore e del Winterland) che segna un svolta nella storia del rock della città della psichedelia, degli hippy del quartiere di Haight Ashbury, della libreria City Light di Lawrence Ferlinghetti e della letteratura Beat, dell’LSD e degli Acid Test del movimento dei Merry Prankster creato dallo scrittore Ken Kesey (autore del romanzo generazionale Qualcuno volò sul nido del Cuculo) e del raduno della controcultura Human Be-In al Golden Gate Park che ha dato il via alla Summer of Love nel 1967, di Carlos Santana, Janis Joplin, Jefferson Airplane e Grateful Dead.

Mentre come ogni anno la città si riempie di “Deadheads”, la colorata carovana itinerante di fan dei Grateful Dead che li segue in giro per gli Stati Uniti, al Cow Palace arrivano insieme tre band che stanno cambiando per sempre il suono della musica americana: Red Hot Chili Peppers, Nirvana e Pearl Jam. I Red Hot Chili Peppers stanno portando in tour il loro album di maggior successo, Blood Sugar Sex Magik, i Pearl Jam hanno esordito con Ten e i Nirvana hanno appena pubblicato Nevermind che è arrivato al numero uno in classifica in America nella stessa settimana.

La rivista Rolling Stone segue la sfida tra i Grateful Dead e la loro tradizione psichedelica e la nuova generazione grunge e indie e proclama i vincitori: «Oltre sedicimila fan hanno affollato l’arena sold out celebrando la vittoria di massa di una nuova estetica rock».

In un’intervista con il conduttore radiofonico Howard Stern, Anthony Kiedis e John Frusciante hanno ricordato quel concerto storico, e il momento in cui ha diviso il palco con i Nirvana, che in quella settimana di capodanno erano diventati più importanti di loro: «I Pearl Jam erano un’ottima band ma i Nirvana avevano qualcosa di magico, erano un’entità davvero potente». «Suonare con loro è stata un’esperienza che ci ha cambiato la vita» ha detto Anthony Kiedis, «Fin dal primo momento in cui noi abbiamo iniziato a fare concerti avevamo energia, passione e l’idea che fosse sempre questione di vita o di morte. I Nirvana avevano la stessa attitudine. Non erano solo bravi a suonare e a scrivere, erano pronti a prendere fuoco in ogni momento. Era del tutto naturale per loro, è una cosa che hai dentro dalla nascita, un dono divino o una qualità sovrannaturale che ti arriva dalle stelle o come la vuoi chiamare»

Quella sera di Capodanno del 1991, Kurt Cobain sale sul palco del Cow Theater con i capelli colorati di viola, e come ha scritto Rolling Stone: «Vacilla sul palco alternando un distacco catatonico ad un’intensa energia nervosa» e i Nirvana conquistano il pubblico di San Francisco.

Anthony Kiedis ha parlato anche del momento in cui ha incontrato Kurt Cobain nel backstage: «Ero sempre in soggezione quando lo incontravo. Non era e non voleva comportarsi come il frontman di una band, era timido e raccoglieva le energie per l’esibizione» ha detto il cantante dei Red Hot Chili Peppers «Io e Flea abbiamo passato dei bei momenti con lui ad un evento di MTV. Ci siamo seduti a parlare con lui prima che salisse sul palco, era tranquillo, accogliente e caloroso, non dava segni di essere in preda al caos emotivo che aveva dentro. Era un bel tipo, e ci ha lasciato un’incredibile quantità di musica e di energia».

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