Rock News
11/02/2022
Brian May ha qualcosa da dire a tutti i registri e gli sceneggiatori che hanno intenzione di produrre un biopic su un grande del rock.
Bohemian Rhapsody, il film dedicato al grande Freddie Mercury e ai suoi Queen, è stato un vero e proprio successo di critica, pubblico e riconoscimenti. La sua realizzazione non è stata semplice: i primi due attori scelti per interpretare il cantante hanno abbandonato il progetto in corsa, le tensioni non sono state poche e i dubbi sulla riuscita finale non mancavano. Eppure, il biopic è riuscito a dipingere un ritratto autentico e rispettoso dell’uomo e dell’artista Mercury.
May è stato da sempre coinvolto nel progetto, come consulente e come produttore. Intervistato da Express.co.uk, il chitarrista ha sentito di dover dare qualche consiglio su come approcciarsi alla vita di un grande del rock, per creare un film dedicato, considerando che questo genere si sta ampliando sempre di più: “Sì, molte persone stanno decidendo che seguiranno questa strada, iniziata ovviamente dal film su Elton [John]. [Bohemian Rhapsody] ha sicuramente ispirato molte persone a provarci. Non è così facile come la gente pensa. Penso che si dovrebbe iniziare ponendosi delle domande molto profonde su quale sia la tua verità e cosa stai cercando di dire. Il film non può essere visto solo come un oggetto di poco conto o puro intrattenimento. Deve essere veritiero per la persona. Ed è difficile”.
Per May, Bohemian Rhapsody è riuscito nell’interno di rappresentare Freddie nel miglior modo possibile, grazie alla scrittura, all’analisi del personaggio e all’interpretazione di Rami Malek: “Il nostro film ha percorso le strade giuste e ha interpretato la vita di Freddie nel modo in cui lui la vedeva. Senza crogiolarsi troppo nella gloria, senza sminuirlo, senza farsi ossessionare da nessuna prospettiva particolare. Penso che abbia ritratto Freddie come un musicista e un essere umano in modo abbastanza accurato. Sono orgoglioso di essere stato in grado di farlo perché Freddie se lo meritava”. Riferendosi poi a quello che dovrebbe essere il prossimo grande biopic dedicato ad un grande del rock, anzi al re, Elvis Presley, il chitarrista ha dichiarato: “Anche Elvis se lo merita senza dubbio. Non so chi potrebbe essergli abbastanza vicino ad ora, per assicurarsi che sia ritratto con amore. Ma spero che ciò avvenga con il dovuto rispetto e affetto, senza seguire la via della glorificazione definitiva, cosa che in realtà nessuno vuole vedere. Vogliono vedere la persona reale. Sarei entusiasta di vederlo. Sarà molto interessante vedere Elvis nel suo stato reale, per quanto possibile”.
Il film dedicato a Presley sarà diretto da Baz Luhrmann, il quale avrebbe contattato le persone più vicine alla leggenda, compresa la ex moglie Priscilla, la quale però fino alla scorsa estate si dichiarava dubbiosa sul progetto: “Ad essere sincera, non so niente di quello che sta succedendo con quel film. Baz è venuto a casa mia un paio di volte. Ha detto che mi avrebbe inviato la sceneggiatura una volta tornato in Australia, e che ci stava ancora lavorando. Non l'ho ricevuta ancora, il che mi rende un po' nervosa. In realtà molto nervosa, perché Baz può essere... lo sapete che è un po' fuori dal comune. Quindi non so cosa abbia intenzione di fare. Semplicemente non so in che direzione andrà”.
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