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The Doors, Robby Krieger: "Credo che Jim Morrison avesse problemi mentali. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per inseguire la follia"

Redazione Virgin Radio

Il chitarrista ha raccontato la sua vita nei The Doors, a fianco del Re Lucertola, nel libro "Set the Night on Fire: Living, Dying and Playing Guitar with The Doors "

«Mi piace tutto ciò che riguarda la trasgressione o il rovesciamento dell’ordine costituito» diceva Jim Morrison, «Mi interessa qualunque cosa abbia a che fare con la rivolta, il disordine, il caos, in particolare le attività apparentemente prive di significato. Mi sembra sia questa la strada per la libertà».

Il chitarrista dei The Doors, Robby Krieger che insieme a Ray Manzarek e John Densmore ha segnato la storia del rock dando forma alle visioni di Jim Morrison, ha pubblicato nell’ottobre 2021 la biografia Set the Night on Fire: Living, Dying and Playing Guitar with The Doors in cui ha parlato del suo rapporto con una delle rockstar più travolgenti di tutti i tempi. Un ragazzo ribelle proveniente da una famiglia rigida che si sentiva poeta e ha cambiato la mente di una generazione accendendo la scintilla della rivoluzione culturale degli anni 60 attraverso una musica rock intrisa di blues, resa incendiaria dalla sua straordinaria presenza scenica e dal talento degli altri membri dei Doors.

«Credo che Jim avesse dei problemi mentali» ha scritto Robby Krieger, «Per questo ogni volta che facevamo un concerto, il pubblico e noi stessi sapevamo che non sarebbe stato uno show normale». Nei lati oscuri della mente di Jim Morrison c’era anche un complesso di Edipo che il leader dei Doors ha espresso nel testo di The End, un brano eseguito spesso dal vivo nei loro primi concerti al Whisky a Go-Go di Los Angeles e registrato in una versione lunga dodici minuti nel primo album The Doors del 1967.

«Ogni volta che la stampa gli faceva domande sui suoi genitori, Jim rispondeva che erano morti. Sua madre era molto autoritaria, ma lui era davvero fissato con lei». Secondo Robby Krieger alcuni degli aneddoti sulla vita di Jim Morrison sono leggende, ma la sua personalità era così imprevedibile e rivoluzionaria (nel libro racconta anche di un volta in cui mentre era in auto con lui, Jim ha sterzato all’improvviso in mezzo al traffico affermando di essere Dio) che non era necessario inventarli.

Uno degli aneddoti finora sconosciuti riguarda la sua decisione di non curare la sifilide: «Una malattia che nel 1800 colpiva molti artisti, poeti e pittori che Jim adorava, e si diceva li portasse alla pazzia» ha detto Robby Krieger in una intervista con il giornale inglese The Guardian, «Negli anni 60 si curava con gli antibiotici, ma Jim non voleva perché voleva sperimentare la sensazione di impazzire davvero. Voleva spaventare le persone perché pensava che la vita normale fosse terribilmente noiosa. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per inseguire la follia».

Jim Morrison del resto ha sempre detto chiaramente cosa c’era dietro alla sua ricerca e alla sua trasformazione nel Re Lucertola, il poeta rockstar che si sentiva destinato ad aprire le porte tra le cose note e ignote: «Volevo solo provare i confini della realtà. Ero curioso di sapere cosa sarebbe successo. Tutto qui: solo curiosità!»

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