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Il ricordo più bello di Chris Cornell secondo i Pearl Jam: "aveva una capacità innata di creare gioia (e di fare scherzi stupidi)"

Redazione Virgin Radio

L'incredibile legame tra Cornell ed Eddie Vedder oltre la carriera musicale

Il primo incontro tra Eddie Vedder e Chris Cornell è un aneddoto che fa parte della storia del rock di Seattle: Eddie è appena arrivato da San Diego per unirsi alla band di Stone Gossard e Jeff Ament, e si ritrova in studio alla fine del 1990 con i Temple of the Dog, il progetto creato da Chris Cornell (con Matt Cameron alla batteria e Mike McCready alla chitarra) per le registrazioni dell’album tributo al cantante dei Mother Love Bone, Andrew Wood. Chris Cornell canta un pezzo molto intenso, Hunger Strike, Eddie è appena arrivato a Seattle, sta seduto in studio e osserva, poi sulla coda finale del pezzo prende il microfono ed entra sulla linea vocale, lasciando a Chris lo spazio per espandere la sua incredibile voce.

L’album dei Temple of the Dog esce il 16 aprile 1991, e subito dopo Chris Cornell entra in studio con i Soundgarden per registrare l’album Badmotorfinger, Eddie Vedder forma i Pearl Jam con Ament, Gossard e McCready e debutta con il primo album Ten. Nasce così la scena di Seattle, una visione intensa, radicale e autentica della musica che parte dal punk e arriva a cambiare il rock degli anni 90.

Mentre l’underground della costa Nord Ovest diventa il mainstream, Eddie Vedder e Chris Cornell restano vicini, afferrati al microfono e alle rispettive straordinarie doti vocali, creando con i Soundgarden e i Pearl Jam alcuni dei dischi più belli degli ultimi decenni, da Vitalogy a Superunknown. Il 18 maggio 2017, dopo una data con i Soundgarden a Detroit, Chris Cornell si suicida a 52 anni, perdendo la battaglia contro i demoni interiori e le dipendenze che lo hanno accompagnato per tutta la sua carriera. Tutti gli amici, come Ann Wilson della band Heart hanno raccontato come Chris Cornell abbia sempre combattuto contro le conseguenze della fama e del successo: «Aveva un piede nella gloria della rockstar e uno nella sensazione di sentirsi fuori posto. Era bloccato in mezzo. Un uomo bellissimo ma fragile, e una persona davvero buona».

I membri dei Pearl Jam hanno invece ricordato il suo senso dell’umorismo e il modo in cui riusciva sempre a scherzare per sostenere la pressione del successo e le difficoltà della vita in tour: «Aveva una incredibile capacità di creare gioia» hanno detto Stone Gossard e Mike McCready in un incontro con i fan nel 2020. L’episodio più divertente è avvenuto durante le registrazioni dell’album Down On The Upside nel 1996 nel suo Studio Litho di Seattle. I Pearl Jam avevano appena finito di registrare No Code nello stesso studio: «Avevamo lasciato lì la nostra mascotte, un manichino vestito da guardia di sicurezza che ci portavamo in giro anche in macchina sul sedile posteriore per ingannare la stampa. Si chiamava Safety Man. Era seduto sul divano dello studio, è rimasto lì per tutto il tempo della registrazione del disco dei Soundgarden. Un giorno Chris Cornell si è messo i vestiti del Safesty Man, e dopo essere rimasto immobile seduto sul divano per 20 minuti ha spaventato a morte il tecnico del suono Matt Bayles alzandosi in piedi all’improvviso!».

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