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Red Hot Chili Peppers, la venerazione di Chad Smith per John Bonham: "grazie a lui, da batterista, sono diventato un musicista"

Redazione Virgin Radio

Dall'ingresso nella band di Anthony Kiedis e alla visita alla tomba del batterista dei Led Zeppelin, come l'influenza di Bonham ha cambiato per sempre Chad Smith

Chad Smith, il monumentale batterista dei Red Hot Chili Peppers che insieme a Flea forma una delle sezioni ritmiche più potenti, innovative e cariche di groove degli ultimi decenni, ha imparato a suonare la batteria da solo. A sette anni si è seduto dietro alla cassa, al rullante e ai piatti nella sua casa di Bloomfield, Michigan e non si è più alzato. Durante il liceo nel 1977 ha vinto una “battle of the bands” con il suo gruppo Paradise,  poco dopo entra in un’alta band chiamata Pharroh e grazie ad un compagno, il percussionista Larry Fratangelo che ha lavorato con i Parlament/Funkadelic di George Clinton scopre il funk: «Fino a quel momento ero un batterista» ha detto Chad Smith, «Poi sono diventato un musicista».

Nel 1988, dopo essersi trasferito a Los Angeles per cercare di costruirsi una carriera nella musica, si presenta ad un’audizione con i Red Hot Chili Peppers, che si sono appena separati da D.H.Peligro, ex batterista dei Dead Kennedys che ha sostituito Jack Irons e stanno per entrare in studio a registrare il loro quarto album, Mother’s Milk con il nuovo chitarrista, John Frusciante. Il resto è storia. Anthony Kiedis ha raccontato che quando lo ha visto arrivare all’audizione, pensava fosse un batterista metal, ma è rimasto impressionato dal suo modo di suonare.

«Non ci conoscevamo, abbiamo iniziato una jam e immediatamente abbiamo trovato un’intesa perfetta» ha raccontato Chad Smith. La sua capacità di passare dal rock al funk e di accompagnare la chitarra di John Frusciante (due elementi che hanno alzato il livello dei Red Hot Chili Peppers) si deve soprattutto ad un batterista che è sempre stato il suo punto di riferimento: John “Bonzo” Bonham dei Led Zeppelin.

«L’ho scoperto quando avevo circa dieci anni» ha raccontato Chad Smith, «Mi piaceva tutto il rock e l’hard rock degli anni ’60 e ’70 e ammiravo i batteristi potenti ma tecnici come Ginger Baker dei Cream, Ian Paice dei Deep Purple e Bill Ward dei Black Sabbath, ma Bonzo aveva una forza sovrumana e un suono che non avevo mai sentito prima. Era profondo, creava spazio, suonava intorno ai riff di Jimmy Page in un modo molto musicale, potente e raffinato allo stesso tempo».

Quando John Bonham è morto il 25 settembre 1980 a soli trentadue anni distrutto dall’abuso di alcol, i Led Zeppelin si sono sciolti immediatamente. «Credo che abbiano fatto bene» ha detto Chad Smith, «Era insostituibile musicalmente e umanamente». La sua venerazione per John Bonzo Bonham, vOtato dalla rivista Rolling Stone come miglior batterista di tutti i tempi, ha spinto Chad Smith a visitare la zona nel nord dell’Inghilterra tra Birmingham e Wolverhampton in cui è nato e si è fatto strada nella scena blues insieme a Robert Plant, prima di entrare nei Led Zeppelin: «Sono stato a visitare la sua tomba, si trova in mezzo al nulla nel bellissimo villaggio di Rushock nella Black Country» ha raccontato Chad Smith, «L’ho riconosciuta perché sotto la lapide era pieno di bacchette per suonare la batteria lasciate lì dai fan di tutto il mondo». 

 

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