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KISS, Peter Criss non concede alla band il diritto di utilizzare Beth nel docu-film "Biography: KISStory"
L'ex batterista non permetterà a Gene Simmons e Paul Stanley di utilizzare la più grande hit della band mai andata in classifica
Il 27 e 28 giugno è una data importante nella storia dei Kiss, perché esce Biography: KISSStory il monumentale documentario diretto da D.J.Viola che racconta i cinque decenni di storia dei Kiss, che dal Queens di New York e dal primo concerto al Popcorn Pub del 30 gennaio 1973 davanti a dieci spettatori («Compresi i baristi e i camerieri» come ha detto una volta Gene Simmons) sono diventati una delle band più popolari d’America, un’icona mascherata del rock e con la Kissmania hanno creato un fenomeno commerciale senza precedenti.
Paul Stanley e Gene Simmons racconteranno tutti gli aneddoti della loro incredibile carriera che non è ancora finita. Il The End of the Road World Tour partito il 31 gennaio 2019 da Vancouver e poi interrotto dalla pandemia riprenderà nel 2022 e i Kiss vogliono a tutti i cosi fare l’ultimo concerto nella loro città, New York. Insieme a Paul Stanley e Gene Simmons nel documentario Biography: KISStory ci saranno interviste, immagini e commenti degli attuali membri della band, il chitarrista Tommy Thayer e il batterista Eric Singer, del produttore di alcuni dei loro album più celebri degli anni ’70 Bob Ezrin e di due rockstar che sono grandi fan dei Kiss fin da ragazzini, Dave Grohl e Tom Morello.
Non ci saranno invece gli altri due fondatori dei Kiss, il chitarrista Ace Frehley che ha creato la maschera di Spaceman e il trucco pirotecnico dei razzi e del fumo lanciati dal manico della sua Les Paul (ha lasciato la band una prima volta nel 1982, è rientrato nel 1996 per un tour di reunion e poi è uscito definitivamente nel 2002) e il batterista Peter Criss “The Catman”, che ha cantato alcune delle canzoni più famose della band tra cui Black Diamond, Hard Luck Woman e la più grande hit dei Kiss, Beth, numero 7 in America nel 1976, pubblicata sull’album Destroyer.
Ace Frehley ha detto di essere stato contattato dalla produzione del documentario: «Ma mi hanno fatto un’offerta che ho trovato imbarazzante, quindi ho detto di no» ha spiegato in un’intervista con Sirius XM, «So bene quanti soldi faranno con questo progetto, e credo che quello che mi hanno proposto non si avvicini neanche a quello che merito. Quindi le immagini e le interviste mie che si vedranno nel film sono tutte vecchie. Non sarà la stessa cosa». Per quanto riguarda Peter Criss, invece, il problema riguarda proprio Beth. Il batterista, che ha lasciato i Kiss nel 1980 e poi definitivamente nel 2004 dopo due reunion (il suo commento su Eric Singer che ha preso il suo posto è: «Non importa quanto trucco si mettano in faccia. Non siamo noi»), non ha dato il permesso alla band di usare la sua canzone per la colonna sonora del film. Peter Criss si è scontrato spesso con Paul Stanley sulle origini di Beth. La canzone è stata scritta insieme a Stan Penridge, che suonava con lui nella sua prima band Chelsea e si dice prenda il titolo dal nome della moglie di un altro membro della band, Mike Brand, che continuava a chiamarlo durante le prove.
In un’intervista con Rolling Stone Paul Stanley però ha detto: «Peter non è capace di scrivere una canzone perché non sa suonare nessuno strumento. È stato Penridge a scriverla. Siete dispiaciuti? È la verità». Una versione confermata dallo stesso Stan Penridge: «L’ho scritta ripetendo quasi parola per parole le lamentele di Mike su sua moglie che disturbava le nostre prove. Dovevo proteggere meglio il mio copyright, al tempo non ne sapevo nulla». «Paul è solo geloso del fatto che pur essendo il cantante della band non ha mai scritto una hit» ha risposto Peter Criss, «Mentre Beth è stata anche premiata con un People’s Choice Award».
La questione non sembra destinata a risolversi presto. Nel frattempo, i fan dei Kiss possono godersi le quasi tre ore di Biography: KISSStory.
«Non voglio prendermela con Ace e Peter» ha detto Paul Stanley, «Non saremmo qui se non fossero stati nella band, ma comunque non saremmo qui anche se fossero ancora con noi».