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Guns N' Roses, il disastroso appartamento in cui viveva la band durante la registrazione di Appetite For Destruction

Redazione Virgin Radio

La proprietaria della casa: "ogni singola cosa fatta di vetro nella casa era stata distrutta, finestre, specchi, tazze, bicchieri..."

Nell’estate del 1987 i Guns N' Roses si sono dati  una missione: salvare il rock’n’roll dal pop. Vivono a Los Angeles, provano in un magazzino che hanno chiamato Hellhouse, di notte sono sempre nei club su Sunset Boulevard, sono pericolosi e sfrenati e il 21 luglio 1987 irrompono sulla scena  americana con Appetite for Destruction, album di debutto da 18 milioni di copie con cui volano subito al numero uno in classifica.

La prima copertina di Appetite for Destruction, poi censurata e ritirata e sostituita con il logo della band spiega tutto: un mostro sta minacciando di uccidere la musica, e i Guns’n’Roses sono pronti a fermarlo.

Nel 1986, dopo l’arrivo di Slash al posto di Tracii Guns hanno firmato un contratto con la G-effen Records, sono usciti con l’Ep Live ?!*@ Like Suicide e hanno suonato in tutti i locali di Hollywood s ma non hanno trovato ancora il produttore giusto per trasferire l’energia dei loro live in studio, anche perché non accettano consigli e nessuno vuole lavorare con loro. Il primo produttore è Spencer Proffer, poi si fa avanti Paul Stanley dei Kiss che viene cacciato perché vuole cambiare il set della batteria di Steven Adler, anche Robert “Mutt” Lange degli AC/DC viene scartato e infine la scelta cade su un produttore esordiente Mike Clink, che ha appena lavorato ad un album della band hard rock Triumph.

Insieme a lui c’è il tecnico del suono Micajah Ryan che ha raccontato in un’intervista i dettagli sul metodo di lavoro dei Guns’n’Roses nel periodo in cui si preparavano a conquistare il mondo: «Registravamo prima tutte le parti di chitarra ritmica di Izzy Stradlin poi gli assoli di Slash e la sera le tracce vocali di Axl. Izzy era molto concentrato sulla ritmica, a Slash piaceva sperimentare di più, Axl era puro istinto, arrivava e cantava. In totale ci abbiamo messo circa tre mesi».

Per quanto riguarda il mito della band più incontrollabile e pericolosa di Los Angeles, Ryan ha un aneddoto memorabile: «Un giovedì mattina Mike Clink riceve una telefonata dalla padrona dell’appartamento che i Guns usavano come base, ci andavano a dormire dopo le serate nei club e prima di venire in studio. Quando siamo arrivati era disperata, ha aperto la porta e ci ha mostrato uno spettacolo incredibile: ogni singola cosa fatta di vetro nella casa era stata distrutta, finestre, specchi, tazze, bicchieri. Mike ha gestito la situazione con molta calma, le ha detto: non si preoccupi la casa discografica pagherà tutti i danni. Al ritorno in macchina non smetteva di ridere, diceva “non ci posso credere.” Non abbiamo mai saputo chi di loro era stato a fare quel casino»

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