Rock News
03/10/2024
Billie Joe Armstrong dei Green Day tempo fa è stato intervistato dal critico musicale Craig Jenkins per un podcast online, nel quale si è sfogato, raccontando i momenti migliori e quelli più fraintesi della carriera della band di Dookie.
Tra ricordi dei primi live, i successi inaspettati e il pop punk, il cantante ha ripercorso, durante questa chiacchierata, la sua storia musicale, rivelando delle vere e proprie chicche.
Innanzitutto, si parte con quello che tutti chiedono sempre ai musicisti: canzone preferita del proprio repertorio. Billie Joe ha risposto senza esitazioni: Jesus of Suburbia. “È così epica – ha affermato il cantante – me la canto e me la suono, lo so, ma penso che racchiuda così tanto della mia stessa vita […] è così appariscente, grande e ampollosa”. E per quanto riguarda l’album preferito? Si va nel 1992 con Kerpunk, definito dall’artista “autobiografico […] il raggiungimento della maggiore età”, per la band.
Uno dei temi trattati dall’intervista è stata anche la fama. In particolare, Jenkins ha chiesto ad Armstrong quale, tra i singoli dei Green Day, abbia ricevuto il successo più inaspettato: “Non mi sarei mai aspettato che Basket Case potesse diventare un singolo. Credo che avrei scelto She o Burnout. Grazie a dio ero in minoranza”, è stata la risposta.
Parlando di video musicali e quali fra quelli dei Green Day sia stato il più divertente da girare, il frontman ha rievocato un momento ad alto tasso alcolico: “Sai, è interessante perché ero in hangover nella maggior parte dei nostri video. Mi ricordo, quando abbiamo fatto il video di Longview, ero stato fuori a bere con gli amici la notte prima. Poi la serata era finita a casa nostra. Mi ricordo solo che mi svegliai, uscii dalla stanza e c’era una troupe lì in casa mia. Mi dissi “Tutto ciò è assurdo!”.
Billie Joe ha anche fatto una riflessione su Warning, l’album dei Green Day uscito nel 2000, definito da lui stesso come il più frainteso della loro carriera. “Penso che [Warning] sia stato realizzato in un momento, fine anni ’90 inizio 2000’, in cui il pop-punk col la P maiuscola iniziava a crescere, io volevo distanziarmi e creare qualcosa di più autentico. Ascoltavo molto Tom Waits e i Pretenders, grande rock n roll classico. Stavamo cercando davvero di fare qualcosa che fosse più acustico”.
E il termine pop-punk? Armstrong ammette di non averlo mai particolarmente amato: “Quel termine ha relegato tutto in un genere musicale. Non mi sono mai viso come un artista pop. Sono fiero del fatto che arrivavamo da una scena diversa”.
Il cantante ha poi concluso dichiarando di non avere rimpianti: “Non ho rimpianti. Ho sempre pensato che i Green Day volessero essere indipendenti da tutto. […] Volevamo solo suonare, per tutto il resto delle nostre vite”.
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