Rock News
02/03/2021
Il 29 marzo del 1980, Brian Johnson riceve una telefonata da Malcolm Young degli AC/DC. Lui e suo fratello Angus lo hanno scelto per diventare il nuovo cantante degli AC/DC e sostituire Bon Scott, tragicamente scomparso il 19 febbraio. Pochi giorni dopo, Brian arriva ai Compass Point Studios di Nassau, alle Bahamas per registrare il settimo album della band, Back in Black, che con 50 milioni di copie diventa uno dei dischi più venduti di tutti i tempi e lancia la band nella seconda fase della loro carriera, una rinascita che li rende ancora più potenti e più spettacolari.
In una lunga intervista radiofonica, Brian Johnson ha raccontato i dettagli di quel momento che ha cambiato la sua vita, e anche la storia del rock: «Avevo 32 anni, non avevo mai registrato un disco e avevo fatto solo una prova con la band. Quando sono arrivato alle Bahamas, Malcolm e Angus mi hanno dato un quaderno e una penna e mi hanno detto: “Sai scrivere testi di canzoni?” Poi mi hanno fatto sentire una cassetta con una base musicale e mi hanno detto: “Questa si intitola You Shook Me All Night Long”. Ho pensato: cosa ho da perdere? Al massimo avrò fatto una vacanza alle Bahamas».
In venti minuti il primo singolo di Back in Black è pronto. Esce il 19 agosto 1980 e arriva nella Top 40 in America e da allora non è mai mancato nelle scalette dei concerti degli AC/DC. La svolta per Brian Johnson è arrivata anche grazie a Robert “Mutt” Lang, il produttore degli AC/DC che lo ha scoperto mentre cantava nella sua prima band, i Geordie, lo ha segnalato a Malcolm e Angus e lo ha anche spinto a dare il massimo in studio: «Mi ha detto: vai più in alto con la voce. So che puoi farlo. Ci ho provato ed è stato come togliersi la camicia di forza, una sensazione fantastica». Le session dell’album durano sei settimane, tra problemi con la dogana che blocca tutto il materiale della band, il pericolo delle gang locali («Sembrava di stare a Newcastle» ha scherzato Brian) e le interruzioni di corrente causate dalle tempeste tropicali, a cui Brian Johnson fa riferimento anche nella prima strofa di Hells Bells, secondo singolo estratto da Back in Black. «Il budget era ridotto, quindi appena finito di registrare sono risalito sull’aereo e sono tornato a casa. L’album non era neanche stato mixato ma mi sono detto: forse ce l’ho fatta» ha raccontato Brian Johnson, «Quando l’ho ricevuto per posta sono andato a casa di un amico con cui suonavo nei Geordie per ascoltarlo perché non avevo neanche lo stereo. È partita Hells Bells e il mio amico mi ha detto: “Canti troppo alto, non sembri neanche tu. Non funzionerà mai, andiamo a farci una birra." Mi si è spezzato il cuore». Invece il brano che si apre con il suono di una vera campana di bronzo registrato con uno studio mobile nella fonderia più grande del mondo, la John Taylor & Co. Bellfounders di Loughborough diventa uno dei più grandi classici del rock.
«Alla fine ha funzionato bene» ha detto Brian Johsnon, «Ancora non riesco a credere di averla registrata quel giorno alle Bahamas, e di poterla ancora cantare oltre 40 anni dopo».
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