Rock News
24/02/2021
Il 23 febbraio del 1996 usciva un film destinato a rivoluzionare il linguaggio del cinema inglese e la cultura degli anni ’90, Trainspotting di Danny Boyle. La parola Trainspotting (letteralmente “guardare i treni”) che in slang scozzese indica l’essere ossessionati o dipendenti da qualcosa entra nel linguaggio comune e nella cultura giovanile e lancia al successo lo scrittore Irvine Welsh, autore del libro da cui è tratto il film, uscito tre anni prima.
Nelle stesse settimane del 1996 ai primi posti in classifica in Inghilterra ci sono Don’t Look Back in Anger degli Oasis e Firestarter dei Prodigy, Tainspotting sconvolge ed entusiasma e si fa notare per la sua musica fin dalla prima scena in cui la banda di eroinomani guidata da Ewan McGregor scappa dopo un furto nelle strade di Edimburgo mentre Iggy Pop canta Lust for Life.
Lo stesso Irvine Welsh ha parlato della forte ispirazione musicale dietro al romanzo: «Senza i Clash o i Sex Pistols non avrei mai potuto scrivere Trainspotting».
La colonna sonora di Trainspotting esce nel luglio del 1996 e vende quasi un milione di copie e il film incassa 70 milioni di dollari, circa 30 volte quanto è costato. La generazione Britpop, come scrivono all’epoca i giornali, sa di voler vedere il film prima ancora di sapere di cosa parli, attirata dalla selezione di canzoni fatta da Danny Boyle che mette insieme club culture (Born Slippy degli Underworld diventa uno dei brani più famosi degli anni ’90 grazie alla scena finale del film) controcultura rock anni ’70 con Iggy Pop e Lou Reed e indie rock britannico con New Order, Joy Division, Pulp e Blur. «Più che le canzoni di un film, sembrano la colonna sonora della vita di qualcuno» scrive NME, «Un’istantanea perfetta del 1996».
L’influenza di Trainspotting è continuata negli anni fino al secondo capitolo del film, Trainspotting 2 uscito nel 2017 in cui Mark Renton, il personaggio interpretato da Ewan McGregor, torna ad Edimburgo 20 anni dopo la sua fuga e ritrova gli amici che ha tradito Begbie, Spud e Sick Boy. Intervistato dal giornale inglese The Big Issue, Irvine Welsh che oggi ha 62 anni ha detto di non essere sorpreso: «Oggi non esiste una vera cultura giovanile britannica e quello che rimane del passato viene continuamente fossilizzato e rigenerato». Secondo Irvine Welsh (che in Trainspotting 2 recita anche nel ruolo di Mikey Forrester), c’è spazio per un terzo capitolo della storia tratta dal suo libro: «Sarebbe bello completare la Sacra Trinità, come è successo con il Padrino Parte Terza o Terminator III» ha detto, «Ma Danny Boyle deve darsi una mossa, altrimenti visto quanto ci ha messo per fare Trainspotting 2 gli attori saranno tutti in una casa di riposo quando farà il terzo capitolo».
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