Rock News
05/02/2025
Violator dei Depeche Mode è senza dubbio uno dei dischi più determinanti, ricchi e memorabili che portò il mondo della musica dagli anni '80 verso i '90. L’album capolavoro della band di Dave Gahan e Martin Gore contiene una grande storia fatta di viaggi, elaborate sessioni di registrazione e rispetto per i propri fan. Un album che ha permesso alla band di ascendere all’olimpo della musica con 9 brani elaborati, complessi nella composizione ma semplicissimi all’ascolto.
All'interno trova posto forse il brano più riconoscibile, potente e fortunato della band, quello che la portò in cima alle classifiche di tutto il mondo determinandone lo stile inimitabile: Enjoy The Silence, pubblicato il 5 febbraio 1990.
Ma come venne registrato quel capolavoro?
In un’intervista di qualche anno fa Martin Gore, che ha scritto tutte le canzoni del disco, raccontò la particolare sceltà di registrare il disco in giro per l'Europa, tra i Logic Studios di Milano (nella prima sede di Via Quintiliano 40, in zona Mecenate) e i Puk Studios di Gjerlev, in Danimarca: "Durante quel periodo della nostra carriera abbiamo voluto sperimentare moltissimo, anche nella scelta delle location per la registrazione dei dischi. Abbiamo subito adorato l'idea di viaggiare, uscire e rendere ogni nostro album un'avventura. Abbiamo registrato la maggior parte di Violator a Milano, il che è stato davvero divertente. Come abbiamo fatto non lo so proprio, eravamo fuori a fare festa quasi tutte le sere!"
La nascita di Enjoy The Silence rappresenta forse tra le più fortunose e inaspettate storie legate alla registrazione dell'album. In un’intervista del 2017 rilasciata a Entertainment Weekly, Dave Gahan ha raccontato la genesi di Enjoy The Silence, che avrebbe potuto essere molto diversa da come la conosciamo: “È una storia abbastanza divertente. Quando Martin arrivò per la prima volta con una demo di Silence, era una canzone appena abbozzata. C’erano solo un pianoforte e questi versi molto lenti. Era una ballata. Alan (Wilder) e Flood, che stavano producendo l'album, ebbero alcune idee per dare un po’ di energia alla canzone. Ci dissero: "Uscite dallo studio e tornate tra due giorni". Quando tornammo, Flood disse a Martin: "Ho bisogno che tu registri una traccia per chitarra", così Martin iniziò a suonare questo riff. Poi mi dissero "Dave, vai a cantare" e lo feci. Abbiamo letteralmente registrato il brano in un paio di giorni. Poi abbiamo iniziato a giocare con la canzone, cercando di renderla più di quanto non fosse, ma non ce ne fu bisogno. La pubblicammo in questo modo, e penso che sapessimo tra di noi che c'era qualcosa di molto speciale in quel brano. Ma non avevamo idea di che enorme successo sarebbe diventato".
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