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Tra le fonti di ispirazione di Dave Grohl ci sono da sempre anche i Led Zeppelin. In particolare, John Bonham ha rappresentato un modello musicale da seguire per il frontman dei Foo Fighters che, com’è noto, ha iniziato la sua carriera come batterista, per poi diventare in seguito anche chitarrista e cantante.
“All’età di 13 o 14 anni – ha raccontato Grohl al Guardian – avevo una visione molto ristretta secondo la quale ogni cosa poteva essere solo e sempre punk rock. Setacciavo gli scaffali di dischi per cercare qualsiasi cosa che fosse dissonante e sovversiva, come il death metal e la musica industrial, qualsiasi cosa che non fosse passata alla radio e che sembrasse ribelle. Quando avevo 15 o 16 anni ho imparato a suonare la batteria sistemando i cuscini sul pavimento e sul letto, così da formare un set di tamburi e piatti così da poter provare a suonare i brani dei Bad Brains”.
Poco dopo è nato l’amore per la band di Jimmy Page e Robert Plant: “Ho scoperto i Led Zeppelin quando ho iniziato a migliorare come batterista – ha proseguito Dave – ho iniziato ad avere una vera e propria ossessione per John Bonham, per ciò che suonava e per i motivi per i quali suonava in un certo modo. È difficile da spiegare, ma il suo tocco e il suo suono sono inconfondibile e indefinibili. Chiunque può riuscire a suonare ciò che lui suonava, ma non sarà mai la stessa cosa, perché lui aveva qualcosa di unico, come una sorta di impronta digitale”.
A quel punto Dave Grohl ha iniziato a studiare le canzoni dei Led Zeppelin “come un monaco”, cercando di memorizzare le parti di John Bonham che per lui erano “come poesia”. “Ero talmente ossessionato che mi sono tatuato da solo il simbolo dei tre cerchi intrecciati (uno dei simboli dei Led Zeppelin ndr) con un ago per cucire e un po’ di inchiostro – ha detto ancora – John Bonham mi ha segnato a vita”.
Il musicista ha poi parlato di sua madre che era un’insegnante del liceo che lui frequentava: lei lo ha sempre sostenuto nei suoi progetti musicali, nei quali certamente riusciva a raggiungere risultati migliori rispetto a quelli che raggiungeva a scuola. “Per tutta la sua carriera lei ha avuto a che fare con dei ribelli come me – ha raccontato Grohl di sua madre – ma era nota per essere un’insegnante forte, perché lei capiva che ogni ragazzo imparava in modo diverso e che, se qualcuno aveva qualche difficoltà a scuola, non voleva dire che non fosse in grado di imparare. Penso di essere stato il suo studente più problematico, ma lei si è resa conto della mia passione e della mia ossessione per la musica”.
Avere l’appoggio di sua madre per Dave Grohl è stato fondamentale: “Mia madre mi ha sostenuto in tutto e per tutto – ha raccontato ancora – in questo è stata incoraggiata dall’indipendenza e dalla creatività della scena punk rock underground, perché tutti facevano tutto da soli. Non esistevano case discografiche che ti aiutavano. Tu mettevi su la band, scrivevi una canzone, organizzavi uno show, guadagnavi 50 dollari, poi andavi in studio, registravi qualcosa, stampavi i tuoi dischi e pubblicavi il tuo album. Vedere il proprio figlio così appassionato di qualcosa a quell’età deve essere stato davvero stimolante per lei. È sempre la cosa che vuoi fare più di tutte quella che ti riesce meglio – ha concluso – dico davvero. E tutto ciò che io facevo era ascoltare musica”.
Con la sua passione e con la sua tenacia, alla fine Dave Grohl è riuscito a realizzare il suo sogno di diventare un musicista, prima con i Nirvana e poi con una band che ha creato lui stesso, i Foo Fighters per l’appunto. Oggi il frontman può vantare una carriera ricca di successi: il prossimo 5 febbraio uscirà Medicine At Midnight, il nuovo album dei Foos che è stato anticipato dai singoli Shame Shame, No Son Of Mine e Waiting On A War che hanno già conquistato i fan.
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