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The Beatles: i segreti del film Help! La marijuana, l’alcol, lo sci e… il sitar di Ravi Shankar

Redazione Virgin Radio

La genesi del secondo film dei Fab 4, attraverso i ricordi dei protagonisti

Hanno fumato erba in aereo fino alle Bahamas e si sono tuffati nella piscina del loro hotel completamente vestiti. Si sono divertiti in Austria cantando a squarciagola sulle piste da sci, sapendo a malapena da che parte tenere i bastoncini. Nel 1965 erano la più grande band del mondo: questi sono i Beatles sul set di Help!, il film di Dick Lester. La seconda incursione cinematografica dei Fab Four, le cui riprese risalgono a 55 anni fa, è rimasta a lungo all'ombra del debutto dell'anno precedente, A Hard Day's Night, sebbene entrambi i film fossero stati diretti dallo stesso regista.

I Beatles, che avevano firmato un accordo per tre film con la United Artists, avevano originariamente cercato di interpretare, come loro seconda opera cinematografica, un adattamento del western surrealista di Richard Condon, A Talent for Loving; ma non andò così. "Non volevamo solo che i Beatles interpretassero una versione a colori di A Hard Day's Night", ha dichiarato Lester nel 2013. "Ma non potevamo neanche mostrarli nella loro vita privata, che sarebbe stata la successiva estensione logica”.

Con un budget maggiore a sua disposizione, grazie al successo del primo film, Lester è stato in grado di utilizzare la pellicola a colori e di esplorare location lontane. Con tutto il mondo come potenziale set cinematografico, le riprese iniziarono alle Bahamas il 23 febbraio 1965. I Beatles volevano usare il progetto come scusa per una vacanza esotica intorno al mondo, così vennero scelti i Caraibi. Ma se la band si aspettava una quindicina di giorni in paradiso, quando atterrò a New Providence Island, subì un brusco risveglio. Le giornate di riprese iniziavano alle 8.30 del mattino e terminavano alle 17.30; e le isole erano più fredde di quanto si aspettassero. In più, si scontrarono con una povertà scioccante intorno a loro. Una location usata nel film era infatti nella realtà un ospedale per disabili e anziani. Nonostante ciò, la Beatlesmania era arrivata anche in questa parte remota del mondo, tanto che, mentre si girava nella risacca di Balmoral Island la sequenza di Another Girl, sulla spiaggia venne costruito un camerino temporaneo, fatto di asciugamani per il cambio di vestiti bagnati, che veniva letteralmente invaso dai fan.

La soluzione della band fu di girare il film in quella che avrebbero poi descritto come una ‘foschia da marijuana’. "Help! è iniziato, quando siamo passati alla marijuana e all’alcol. Ho sempre avuto bisogno di una droga per sopravvivere. Anche gli altri, ma io ho sempre avuto più pillole, più di tutti, perché probabilmente sono più pazzo", ha dichiarato Lennon anni dopo l’uscita del film. "Se guardate le nostre foto, noterete gli occhi rossi che abbiamo in molti scatti. Erano rossi per la droga che fumavamo", ha confermato Ringo Starr nel documentario a puntate del 1995, Anthology. "Dick Lester sapeva che dopo pranzo si sarebbe fatto ben poco. Nel pomeriggio raramente riuscivamo a superare la prima riga del copione. Eravamo in un tale isterismo che nessuno poteva farci nulla".

Il loro stato confusionale e l’iniziare a filmare le scene della fine del film per prime, possono aver contribuito a dare ai Beatles la sensazione di essere comparse nel loro stesso film. "La pellicola era fuori dal nostro controllo", ha aggiunto Lennon nel 1970. "In quel periodo fumavamo marijuana già a colazione. Nessuno poteva comunicare con noi: era tutto un occhi lucidi e un ridacchiare tutto il tempo. Eravamo nel nostro mondo. Era come non fare niente la maggior parte del tempo, ma dovendo comunque alzarsi alle 7 del mattino, ci annoiavamo".

I Beatles tornarono nel Regno Unito il 9 marzo 1965, prima di partire per una settimana nella seconda location straniera del film. La piccola città austriaca di Obertauern fu scelta per le scene di sci, evitando le località più grandi, dove i turisti britannici avrebbero potuto riconoscerli. Le riprese iniziarono sulle piste fuori dall'hotel Edelweiss. Il regista chiese loro se avessero mai sciato. "Nessuno di loro l'aveva mai fatto e io ho tenuto a precisare: ‘Non provateci, finché non tiriamo fuori le telecamere’. Così, ne abbiamo posizionate tre e a quel punto ho gridato: ‘Imparate a sciare, c'è una collina, fatelo’. Abbiamo filmato tutto quello che è successo; ed è successo tutto per davvero". Mentre la band si divertiva sulle piste nella sequenza di Ticket to Ride, il fotografo sul set, Robert Freeman, ha catturato il concept per la copertina dell'album: "Ho avuto l'idea del semaforo che scrive le lettere HELP", ha raccontato. "Ma quando siamo stati pronti per fare lo scatto, la disposizione delle braccia con quelle lettere non è venuta bene. Così abbiamo deciso di improvvisare e abbiamo finito con il miglior posizionamento grafico possibile".

A Obertauern, i Beatles hanno organizzato un party per i sessanta membri della troupe e suonato il loro unico concerto austriaco all'Hotel Marietta per festeggiare il compleanno di un membro del cast. Quando sono tornati in Gran Bretagna per le scene di interni ai Twickenham Film Studios, dove era stato girato A Hard Day's Night, sono stati immersi di nuovo nel caos. L'EP For Sale, con una selezione di canzoni dell'album, si stava facendo strada verso il primo posto, rapidamente seguito da Ticket to Ride. Così gli impegni si susseguirono e si accavallarono, e il gruppo, in preda ai fumi di alcol e droga e oberato di lavoro, entrò completamente in confusione. "Non sono sicuro che qualcuno conoscesse il copione", ha spiegato più tardi Paul McCartney in Anthology. "Credo lo imparassimo di volta in volta sul set".

Se Help! ha segnato un netto passo verso i temi più oscuri che la musica della band avrebbe presto esplorato in profondità, sul set si è verificò un'altra rivelazione musicale, che ne definisce la specifica cultura. Durante le riprese nel ristorante indiano Rajahama a Twickenham, il 5 aprile 1965, Harrison rimase affascinato dai suoni degli strumenti in sottofondo. "Ricordo di aver preso in mano il sitar e di aver pensato: ‘Questo è un suono divertente'," ha raccontato lo stesso Harrison a Billboard nel 1992. "È stata una cosa accidentale, ma da qualche parte lungo la linea, ho cominciato a sentire il nome di Ravi Shankar. La terza volta che l'ho sentito, ho pensato: ‘È una strana coincidenza’. Sono andato a comprare un suo disco, l'ho messo su e qualcosa in me che non riesco a spiegare è stata colpita e mi sembrava molto familiare... Mi ha semplicemente chiamato".

I Beatles hanno completato Help!, con lo stesso spirito giocoso con cui avevano iniziato, nella due giorni di riprese all'inizio di maggio nella sontuosa Cliveden House a Maidenhead, utilizzata al posto di Buckingham Palace. "Ricordo che una volta lì, stavamo filmando la scena di Buckingham Palace, dove tutti noi avremmo dovuto alzare le mani", ha spiegato McCartney in Anthology. "È stato dopo pranzo, il che è stato fatale, perché qualcuno ha tirato fuori, anche un bicchiere di vino. Eravamo tutti un po' allegri e tutti davamo le spalle alla macchina da presa. Ci divertivamo a ridacchiare. Tutto quello che dovevamo fare era voltarci e sembrare stupiti o qualcosa del genere. Ma ogni volta che ci giravamo verso la cinepresa, venivano giù lacrime sulle nostre facce".

Quando i Beatles guardarono il film montato, prima della sua uscita nel luglio 1965, ne rimasero delusi. Gradualmente, però, anche l'influenza del film aumentò. "Mi rendo conto, guardando indietro, di quanto fosse effettivamente all’avanguardia", ha ammise Lennon pochi mesi dopo. "Era un precursore di Batman 'Pow! Wow!' in TV o questo genere di cose". I suoi effervescenti intermezzi musicali e il suo umorismo surreale divennero lo stile dei Monkees, e avrebbero poi ispirato i Monty Python, L'aereo più pazzo del mondo del trio Zucker-Abrahams-Zucker e persino Spike Lee, che comprò ogni formato disponibile del film. E l'uso sperimentale di Lester della luce riflessa, i filtri di colore realizzati a mano, gli angoli speculari e le riprese attraverso oggetti come le bobine cinematografiche, hanno fatto da apripista ai video musicali.

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