Rock News
24/07/2019
L’espressione “pulp fiction” richiama il celebre film di Quentin Tarantino: in realtà, lo stesso regista per la sua opera si è ispirato al pulp, un genere letterario nato negli anni ’20 negli Stati Uniti d’America che proponeva storie a metà tra il poliziesco e l’horror, con una predilezione per il crimine, la violenza e vicende a volte raccapriccianti. Nei primi anni queste storie venivano pubblicate sulle riviste “pulp magazine”, stampate su carta riciclata in polpa di legno, che in inglese si dice appunto “pulp”, ovvero carta di bassa qualità. Le copertine di queste pubblicazioni, invece, erano dei piccoli capolavori di grafica: è proprio da questa tipologia di cover che lo sceneggiatore di Los Angeles, Todd Alcott, è partito per creare delle meravigliose opere ispirate ai più grandi personaggi del rock.
Questo artista è un appassionato di pulp fiction ma anche di musica e ha unito le sue due passioni per creare dei veri capolavori: per farlo utilizza come punto di partenza delle copertine vintage già esistenti, per poi modificarle con gli strumenti digitali a sua disposizione, alterandone i testi e alcune parti delle immagini e delle figure presenti così da creare il suo mashup personale.
E così a queste vecchie copertine di riviste pulp di decenni fa viene data una seconda vita, ispirata ai testi delle canzoni dell’artista preso in considerazione. Tra tutti le opere di Alcott, spiccano sicuramente le cover ispirate a David Bowie, un artista che, per la sua stravaganza, la sua passione per la fantascienza e la sua personalità dalle mille sfaccettature, si presta davvero bene per diventare il protagonista di un graphic novel.
“Bowie si vestiva come un alieno androgino – ha spiegato in proposito Alcott, come riporta My Modern Met – saliva sul palco e diceva al pubblico ‘Non siete da soli, datemi la mano’. Non riesco a pensare a un gesto più bello nei confronti di un emarginato. Non importa quanto tu sia strano nella tua comunità, troverai sempre qualcuno come te a un concerto di Bowie. Durante un periodo della mia vita in cui mi sentivo incredibilmente solo e isolato, Bowie è stato uno degli artisti chiave che mi hanno fatto sentire come se facessi parte di un mondo più grande, un continuum artistico”.
Per fare qualche esempio, Alcott si è ispirato a Space Oddity per creare la cover perfetta per un fumetto di fantascienza degli anni ’60, Under Pressure è diventata una storia sottomarina, Life On Mars un racconto sugli alieni, e così via; in ogni copertina compaiono alcune frasi estrapolate dai testi delle canzoni, citazioni che, insieme alle immagini, danno senso alla storia narrata e ispirata al brano stesso.
Sebbene Bowie come personaggio si presti molto a queste reinterpretazioni grafiche, non è l’unico artista ad aver ispirato Alcott: tra le sue numerose opere, disponibili su Etsy, è possibile trovare le raffigurazioni delle canzoni più famose di Pink Floyd, Led Zeppelin, Rolling Stones, Beatles, Bob Dylan, Leonard Cohen, Bruce Springsteen, ma anche Sex Pistols, Nirvana, Radiohead, Joy Division, Sonic Youth, Talking Heads e moltissimi altri.
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