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Pearl Jam, Stone Gossard al concerto in memoria di Chris Cornell ha parlato anche dei compagni assenti: “Mike e Eddie ci mancate e vi amiamo”
Il chitarrista ha parlato a lungo di Chris e di cosa ha rappresentato per tutti loro, spiegando che ognuno affronta il dolore in modo diverso
Durante il concerto tributo alla memoria di Chris Cornell si è fatta notare l’assenza del frontman dei Pearl Jam, Eddie Vedder. Il cantante ha deciso di non partecipare e questa sua scelta sta facendo molto discutere; in realtà, oltre a lui all’evento erano assenti anche il chitarrista della sua band, Mike McCready, e alcuni membri della famiglia dello stesso Cornell. Sul palco sono saliti, invece, l’altro chitarrista Stone Gossard, il bassista Jeff Ament e, ovviamente, il batterista Matt Cameron, membro anche dei Soundgarden.
Nel discorso con il quale ha poi presentato sul palco la figlia maggiore dell’artista scomparso, Lily, Stone Gossard ha affrontato anche questo argomento, non prima, però, di spiegare quali sono state, secondo lui, le ragioni che hanno portato tutti questi musicisti sullo stesso palco del Forum di Los Angeles. “Ho riflettuto molto su questa serata e la prima cosa che voglio dire è che siamo tutti qui per lo stesso motivo – ha detto – siamo qui per condividere il dolore e il ricordo, ma principalmente per celebrare il talento di Chris e la sua incredibile musica in questo posto grandioso che ha visto esibirsi così tante band”.
“Per come la penso io – ha continuato Gossard - Chris era una persona malinconica, provava questo sentimento e lo trasferiva nelle sue canzoni, che ci fanno emozionare e commuovere. Per questo voglio ringraziarvi e ringraziare l’universo per aver creato questa persona così complicata e sorprendente”.
In seguito, il chitarrista della band di Seattle ha ricordato cosa accadde diversi anni fa, nel 1990, quando a morire fu Andy Wood, leader dei Mother Love Bone: a quel tempo tutti questi musicisti che oggi celebrano Cornell erano giovani e hanno dovuto affrontare il dolore per questo grave lutto, come sta accadendo oggi. Allora fu proprio Chris a pensare a un modo per elaborare quella sofferenza e allo stesso tempo rendere omaggio alla memoria dell’amico scomparso.
“Dopo la morte di Andy Wood – ha raccontato Gossard – Chris ha invitato me, Jeff Ament, Mike McCready ed Eddie Vedder a collaborare per creare il disco dei Temple of the Dog. Quell’atto di gentilezza, di generosità e di altruismo ha trasformato quella tragica perdita in qualcosa che poi invece ci ha dato gioia, un sentimento che in seguito hanno provato milioni di persone in tutto il mondo. Quello è stato un disco di canzoni sull’amore e sulla perdita, un album del quale tutto il mondo si è poi innamorato”.
“E oggi siamo di nuovo qui, ad affrontare questa perdita – ha continuato il chitarrista – questo dolore e questa rabbia. Le nostre famiglie hanno bisogno di riprendersi, così come le band. Amicizie e rapporti sono andate in pezzi e le nostre vite vanno avanti senza il nostro leader, un ragazzo irlandese talentuoso e sensibile del nord di Seattle che ha cambiato tutti noi, anche se noi non siamo riusciti a cambiare lui. Quindi la domanda è: cosa faremo tutti quanti? Cosa avrebbe voluto che facessimo Chris? – ha sottolineato – penso che questo concerto sia un passo nella giusta direzione. Ringrazio tutti voi che avete reso tutto questo possibile, ringrazio chi ha donato tempo ed energie per creare tutto questo. Molte persone lo hanno fatto gratuitamente”.
Solo alla fine, Gossard ha voluto salutare anche i grandi assenti della serata, lasciando intendere che capisce lo stato d’animo di chi, invece, affronta il dolore in modo diverso, chi ha preferito non farlo su quel palco: “Voglio spendere qualche parola anche per le persone che non sono qui stasera. Vi amiamo e ci mancate – ha detto il chitarrista, mostrando comprensione – parlo del padre e della madre di Chris, Ed Boyle e Karen, dei fratelli Peter e Patrick, delle sorelle Suzy, Katy e Greta e dei nostri fratelli di sangue, Mike McCready, Eddie Vedder ed Eric Garcia. Ci mancate – ha ripetuto - e vi amiamo profondamente”.
Alla fine Stone ha presentato sul palco Lily, la figlia che Chris ha avuto da Susan Silver. Anche lei, come il papà, è una cantante e musicista: “Parlavo spesso di musica con mio padre – ha raccontato – e del modo in cui può curare e guarire le nostre ferite. La cosa più importante che lui mi ha insegnato è che il suo successo non è nato dal desiderio di fama, ma è nato dalla sua passione e dall’amore assoluto per ciò che faceva – ha sottolineato – mi ha spiegato che il successo è solo un benefit aggiuntivo ma che non può mai essere il fattore trainante”.
“Mio padre aveva un dono speciale – ha concluso Lily – ma l’aspetto più bello di tutto questo è che amava ciò che faceva e lo faceva perché amava farlo. Tutto questo lo porto con me non solo nella musica che faccio, ma in qualsiasi cosa, proprio come tutti i musicisti qui presenti stasera. Ci sono sempre stati per me sin da quando sono nata e sono onorata di essere qui con loro questa sera”.