 
									31/10/2025
In attesa del concerto dei Florence + The Machine del prossimo 3 luglio a I-Days Milano - Ippodromo SNAI San Siro abbiamo intervistato Florence Welche per parlare del nuovo album Everybody Scream.
Innanzitutto, grazie per il tuo tempo e per essere qui a parlare con Virgin Radio.
Grazie a voi!
C’è sempre un concetto, un pensiero profondo dietro ad ogni album di Florence + The Machine. Cosa c’è dietro a “Everybody Scream”?
Sapevo che questo album sarebbe dovuto uscire in autunno, ho voluto di proposito che fosse pubblicato ad Halloween, che nelle sue origini era il momento in cui il velo tra i vivi e i morti era più sottile. Credo sia un disco sulla vita e la morte, con temi di stregoneria, folk horror, magia e medicina.
Hai iniziato a vedere la vita da una prospettiva diversa, possiamo dire una nuova visione della vita in tutta la sua fragilità…
Sì, assolutamente. Ho iniziato ad osservare il corpo, quello che può sopportare, il potere della performance: io mi sono esibita con due infortuni seri e non ho sentito niente, è folle! Mi ha affascinata il potere profetico del songwriting e cosa la performance fa al corpo, cosa puoi sopportare, nel bene o nel male, e continuare a performare, ma anche dalla sua fragilità. Adesso ho più rispetto del mio corpo rispetto al passato, sentivo la necessità essere vicina a cose che crescono, che vivono e muoiono, perché anche io ne facevo parte. Avevo bisogno di stare vicino alla natura, capirne meglio i suoi cicli. 
Una profetessa, una fata, una poetessa e ora…una strega! Come dicevamo prima, il disco esce ad Halloween, non una data casuale.
No, questo album è stato fatto più velocemente di quanto io sia abituata a fare di solito, sono lentissima in termini di cultura e uscita di dischi. Per me questo è uscito abbastanza veloce perché sono passati tre anni dall'ultimo, ma è successo perché c'era urgenza, è uscito come un modo per affrontare le cose. Avevo sempre voluto fosse per Halloween, quindi avere una data precisa mi ha aiutato a finirlo.
Qual è il tuo rapporto col soprannaturale, con l’occulto, la stregoneria? C’è una canzone che si intitola “Sympathy Magic”…
È divertente, mia madre è una professoressa di studi rinascimentali, se non fossi stata così dislessica, avrei desiderato moltissimo essere una studiosa di storia, come lei. Man mano che vado avanti con l’età, mi accorgo che i miei album finiscono sempre di più con l’essere dei progetti di ricerca, come l’ultimo, per il quale mi ero fissata su questa “piaga” di ballo medievale, chiamata coreomania; per questo disco ho iniziato a fare ricerche sulle prime forme di magia e stregoneria, ho studiato i processi alle streghe, le varie simbologie dei riti…Penso che quando hai un’esperienza che ti porta tra la vita e la morte, ti senti impotente, quindi mi sono buttata su un’altra forma di potere o di comprensione. Le canzoni contengono sempre profezie, sono sempre tre passi avanti a me, e, leggendo il passato, molte cose si sono avverate, così ho voluto approfondire misticismo e magia, il tutto è diventato un progetto di ricerca, ma anche di guarigione. La medicina mi ha salvato la vita, ma oltre all’aspetto clinico, ho voluto affacciarmi anche al mondo delle erbe, persino alle pozioni, alla ricerca di altre forme di potere, credo.
Quindi è successo che in passato alcuni tuoi testi si rivelassero profetici?
Sì, capita sempre, è per questo che il disco chiude con una preghiera per amore e pace, perché, se queste cose devono avverarsi, allora che venga la pace per me, ma anche per tutti noi.
Certo! E la religione? Che rapporto hai con essa? Perché al giorno d’oggi parlare di religione può essere complicato…
Prima parlavamo di “Sympathy Magic”. Nel medioevo magia e religione erano quasi viste allo stesso modo: andavi dalla donna esperta per un incantesimo e dal prete per una preghiera, c'era un intreccio di credenze. Ho letto qualcosa sulla magia simpatetica, che consisteva nel creare una connessione, per esempio bisbigliare qualcosa al pane mentre cuoceva, per poi darlo a qualcuno. Le canzoni sono come la magia simpatetica, un modo per raggiungere qualcuno nel tempo e nello spazio, per abbracciare qualcuno che ami, per essere con loro anche se non fisicamente. La magia simpatetica era questo e la canzone “Sympathy Magic” spesso è più trasparente di me. C’è un verso nel brano: “La luce che entra dalla finestra e il vento tra le mie dita, l’unico dio che conosco non mi vuole in ginocchio. Testa alta e braccia aperte”. L’idea di spiritualità che ho non è di qualcosa che desidera che io soffra, ma che desidera che io rivolga le braccia al cielo mentre contemplo la meraviglia del creato.
La magia simpatetica mi ricorda in qualche modo la psicologia.
Sì, c'è stato un periodo in cui persino la scienza era vista come magia, tutto è connesso, prima che la scienza fosse compresa era vista come una forma di magia. Sappiamo ancora così poco del cervello e di tutto il resto. È tutto medicina e magia.
Durante la scrittura di questo disco, molti animali venivano a trovarti a casa e in giardino. Quanto è importante il tuo rapporto con la natura e con la parte animale del tuo io?
È strano, c’erano molti gatti e volpi, forse è legato al lutto. Forse li ho solo notati maggiormente. Quando vivi una perdita, ricevi un sacco di opinioni, ma a volte le parole non aiutano. E allora ti circondi di energia vitale senza parole o opinioni, come alberi e animali, che ti danno calore e vita senza giudicarti. Ha senso?
Sì, io sono d’accordo con te. Dal tuo primo disco "Lungs" uscito nel 2009, sono emerse tante artiste donne piene di talento. Realizzi mai quanto sei stata importante fino ad oggi nel music business? Molte artiste ti citano come modello, non per forza a livello musicale, ma come ispirazione per ricercare la propria unicità.
Oh, che carina…La cosa migliore che posso fare è dare consigli e conforto ad altre artiste emergenti e cercare di supportarle laddove posso. Eravamo così poche quando abbiamo cominciato, venivamo spesso confrontate e messe l'una contro l’altra, nonostante fossimo consapevoli di non avere nulla in comune tra di noi, ma non c’era spazio per questo senso di comunità, uno spazio che invece adesso c’è insieme alla community. A queste giovani artiste femminili posso dare quello che non ho avuto io: io non avevo nessuno a guidarmi, quindi cerco di essere utile quando e dove posso. Ma a dire il vero sono loro che aiutano me! Ci aiutiamo a vicenda!
Le cose stanno migliorando per le donne nel mondo della musica? C’è una canzone che si intitola “Music by Men”.
Di che parla quella canzone? È divertente pensare a quella frase, perché le donne non sono un genere (musicale), quindi nessuno penserebbe alla “musica fatta dagli uomini”. Ho cercato di ribaltare quella frase. Sì, le cose stanno migliorando, ma sono più difficili sotto altri aspetti, soprattutto per il continuo accesso alle opinioni e la cultura dei commenti online, che ai miei tempi non c’era. Onestamente non so se sarei sopravvissuta e non so come gli altri riescano a farcela. Io sono così fragile, a stento ci sono riuscita con il giudizio della stampa. Quindi le cose sono migliorate, ma anche peggiorate.
Essere diversi e unici è vitale per la carriera, ma a volte può causare disagio durante l’adolescenza. Ti sei mai sentita discriminata per non essere come le altre ragazze, per non rispondere alle aspettative dell’industria musicale, per essere paragonata alle altre?
Credo che tu debba lottare per restare te stessa. Quando vieni lanciata nel mainstream e diventi di dominio pubblico da giovane, vieni criticata. Devi sopravvivere a questo senza cambiare. Credevano che i miei outfit fossero assurdi, che io fossi pazza, una giovane donna eccentrica. La gente è più propensa a darti della pazza che a riconoscere la tua genialità. Devi sopravvivere ai primi giudizi, io ci bevevo sopra, ora non bevo più, non so se fosse il mio modo di sopravvivere e non lo consiglio, ma si tratta di arrivare dall’altra parte senza cambiare.
Quanto c’è della vera Florence nei tuoi testi?
È una domanda interessante. A volte è la verità assoluta, altre volte creo un mondo immaginario per proteggere qualcosa di reale. A volte nelle canzoni ci sono cose che non racconto nemmeno ai miei amici più stretti o alla mia famiglia. Convivono la realtà più vera e il suo opposto.
C'è una canzone dell'album cui ti senti più vicina?
“Sympathy Magic”, non so, ma nonostante l'abbia scritta io stessa e ascoltata mille volte, mi commuove ancora, come se avessi accesso a una verità spirituale su me stessa che non riesco a raggiungere nella vita quotidiana. A volte le canzoni hanno questa limpidezza, come in questo caso.
Le parole sono importanti, ma anche lavorare con le persone giuste. Parlaci delle persone che hai scelto per il team e del processo creativo.
Sì, ho iniziato a lavorare con Mark Bowen degli Idols, come esperimento. Adoriamo i nostri rispettivi lavori con le reciproche band. La prima canzone che abbiamo scritto insieme in un solo take è stata “One of the Greats”, quindi era ovvio che funzionasse. Questo disco per me era una specie di urlo e volevo qualcuno con un approccio punk, di discordanza, che creasse un’atmosfera di terrore, e anche qualcuno che apportasse bellezza e trascendenza, come Aaron Desner dei The National. I due produttori hanno bilanciato paura e bellezza nell’album, che era ciò che volevo.
Parlando di sound, in che direzione volevate spingere l’album?
Abbiamo discusso molto su quanto fosse giusto essere fuori tono, bilanciando tra il buono e cattivo fuori tono per dare vivacità, era una questione di equilibrio.
A proposito di equilibrio, tempo fa hai detto che non era possibile trovare un equilibrio tra la vita da Florence Welch e la vita privata. Lo pensi ancora? Perché io lo penso sempre, ogni volta!
È sempre difficile, soprattutto per le donne. Non so bene se sia così difficile per le donne in generale o per quelle che lavorano in ambito creativo. La mente e il corpo si dedicano completamente a un progetto che ti assorbe interamente e si spera che famiglia e amici siano ancora lì alla fine. Questo ciclo pesa molto.
Guardando indietro, avresti fatto qualcosa diversamente? Non parlo per forza di rimpianti.
Cosa avrei fatto diversamente…
Magari no eh…
Non avrei lasciato che mi truccassero così tanto quando ero giovane, non ne avevo bisogno.
No, non ne hai bisogno. E ora, cosa farai dopo l'uscita dell’album?
Lo so che lo dico sempre, mai più! No, in arrivo c’è il tour. Non ho potuto scrivere quasi nulla durante la promozione. Spero in qualcosa di più morbido, la canzone finale, come dicevo, è una preghiera, una profezia che spero si avveri di riposo, la pace sta arrivando. Spero di trovare riposo e pace.
Ti auguro tutto questo e spero di incontrarti presto.
Grazie a te, grazie per la bella chiacchierata, è stato un piacere.
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