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Pink Floyd, Roger Waters indica qual è l'album in cui reputa di non aver cantato bene

Redazione Virgin Radio

Il genio creativo della band: "La tensione era ovunque in studio, avrei potuto fare meglio"

Nel 1984, dopo aver lasciato i Pink Floyd alla fine delle session di The Final Cut, Roger Waters entra in studio a Londra per registrare il suo primo album solista, The Pros and Cons of Hitch Hiking che esce il 30 marzo 1984. È un’idea su cui ha iniziato a lavorare nel 1977: un uomo di mezza età sposato e in crisi sogna di fare un viaggio lungo le strade della California, incontra una autostoppista con cui ha un’avventura, prova a riconciliarsi con la moglie e poi si rifugia a vivere nella natura, solo.

Una storia raccontata in tempo reale, con le canzoni che seguono le ore del sogno, dalle 4.30 alle 5.12 del mattino di un giorno qualunque: alla fine l’uomo si sveglia, supera la crisi e si riconcilia con la moglie. Una riflessione sui temi della compassione, dell’isolamento e della ricerca interiore che Roger Waters fa nello stesso momento in cui crea la visione paranoica e surreale del film The Wall, che all’inizio si intitolava Brick in the Wall. Nel 1978 Roger Waters arriva in studio dai Pink Floyd con i demo di tutti e due i progetti, chiedendo di scegliere il prossimo album della band. David Gilmour dice addirittura che The Pros and Cons of Hitchiking è “Più forte a livello musicale”, ma la scelta cade su quello che diventerà il secondo album più venduto della loro carriera, il capolavoro concettuale The Wall.

Cinque anni dopo, quando il percorso dei Pink Floyd si è concluso, Roger Waters lavora in tre studi diversi di Londra (Olympic Studios, Eel Pie e il suo studio Billiard Room) con una band in cui ci sono anche Ray Cooper alle percussioni, Michael Kamen al pianoforte (che conduce anche la National Philarmonic Orchestra) e Eric Clapton alla chitarra. Una rinascita artistica per Roger Waters, che supera il momento difficile delle session di The Final Cut uscito il 21 marzo 1983: “C’era una tensione folle, si sente in tutte le tracce di quell’album” ha detto, sorvolando sulle sue decisioni controverse come allontanare Richard Wright dalla band durante le session, “Le canzoni non sono male, ma non mi piace il suono della mia voce. E’ stato un periodo orribile. Quando vuoi esprimere qualcosa e ti viene impedito si crea una negatività che è impossibile da superare.

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