Loading

Rock News

Pink Floyd, Roger Waters non voleva lavorare su Comfortably Numb: "considerava The Wall come suo"

Redazione Virgin Radio

Il produttore cercò di unire la musica, scritta da David Gilmour, con un testo di Waters non ancora pronto

David Gilmour l’ha definita: «L’ultimo grande momento di collaborazione artistica tra me e Roger Waters». È Comfortably Numb, il brano più trascendente di The Wall, il capolavoro concettuale dei Pink Floyd, un album che esce il 30 novembre 1979, vende 30 milioni di copie e diventa un’opera d’arte universale con l’immagine del Muro di mattoni bianchi e dei valori umani che servono ad abbatterlo.

La musica di Comfortably Numb è di David Gilmour, che rende ancora più maestoso il brano con i due assoli più spettacolari della sua carriera, fatti con la sua Black Strat, un distorsore Big Muff e una sequenza di note che arriva alla perfezione: «Volevo una tonalità potente e scintillante che arrivasse dritta a tutti» ha detto Gilmour spiegando la sua magia «Forse ci sono riuscito».

Il testo di Comfortably Numb è di Roger Waters, che partendo da un episodio realmente accaduto (un momento di panico causato da una iniezione di antidolorifico durante un concerto del tour In The Flesh del 1977) crea il personaggio di Pink, la rockstar alienata che si chiude dietro al muro per esprimere riflessioni esistenziali inquietanti, sull’isolamento, la ricerca di autenticità, la comunicazione e l’empatia.

Bob Ezrin, il produttore chiamato dai Pink Floyd per realizzare The Wall ha detto: «È la mia canzone preferita dell’album. David è arrivato con la musica ma senza testo. Aveva un fantastico ritornello, una bella melodia ma non raccontava nessuna storia. Roger invece aveva già in mente il suo testo». La versione demo di Gilmour, su cui aveva lavorato per il suo primo album solista del 1978 aveva anche un titolo, The Doctor. Bob Ezrin suggerisce di unire le due idee: «Ho detto a Roger di finire la canzone con il suo testo, e non era molto felice. Considerava The Wall il suo album, perchè era basato sulle sue storie personali. Poi per fortuna ha cambiato idea, è tornato a casa e il giorno dopo è tornato in studio con uno dei testi più belli della carriera dei Pink Floyd e uno dei più interessanti di tutta la storia del rock. Il risultato è stato devastante».

This page might use cookies if your analytics vendor requires them.