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Nirvana, il fotografo Jesse Frohman racconta l'ultimo servizio con Kurt Cobain: "Era fragile ma allo stesso tempo fantastico"
Il fotografo: "Si è presentato con gli occhiali da sole e una pila di vestiti sottobraccio. Era una icona della moda nata"
IL 23 luglio 1993, Kurt Cobain incontra il fotografo Jesse Frohman su un set allestito al pieno inferiore dell’Omni Hotel di New York, poco prima di fare un concerto al Roseland Ballroom. Insieme a lui ci sono Dave Grohl e Krist Novoselic: i Nirvana devono posare per copertina dell’Observer Magazine. «La prima cosa che mi ha detto, molto educatamente e con voce calma è stata: “scusami, per caso c’è un secchio?”» ha raccontato Jesse Frohman. «Io ho risposto: certo, ma a cosa ti serve? “Credo di stare per vomitare” ha detto Kurt».
È il momento più difficile della tormentata ascesa al successo dei Nirvana, il buio sta iniziando a prendere il sopravvento sulla creatività fragile e sublime di Kurt Cobain: «Ho saputo dopo che si era appena ripreso da un overdose» dice Frohman, «Aveva un aspetto fragile ma allo stesso tempo fantastico. Si è presentato con gli occhiali da sole e una pila di vestiti sottobraccio. Era una icona di moda nata, una rockstar con uno stile tutto suo di cui non era neanche consapevole».
È l’ultimo servizio fotografico dei Nirvana e di Kurt Cobain: pochi mesi dopo, il 5 aprile del 1994, dopo essere scappato da un centro di recupero a Los Angeles ed essere tornato a Seattle in aereo, Kurt Cobain si toglie la vita nella sua villa di Lake Washington Boulevard. Jesse Frohman ha pubblicato le foto scattate quel giorno nel libro Kurt Cobain: The Last Session. «Ho capito subito guardando i provini di avere qualcosa di speciale» ha detto presentando il libro, «Dopo la sua tragica scomparsa, quelle foto sono diventate qualcosa di più, un momento da ricordare per sempre».