Loading

Rock News

The Police, Stewart Copeland: "La registrazione di Message in a Bottle è tutta sbagliata. Ne sono pentito"

Redazione Virgin Radio

Il batterista: "non sapevo cosa fare e ho aggiunto un paio di crash sui piatti per dare maggior enfasi. Mi pento ancora oggi"

Anche ad uno dei batteristi più tecnici, rapidi e precisi del rock può capitare di sbagliare. È successo a Stewart Copeland, il batterista dei Police durante le registrazioni di uno dei pezzi più famosi della band, Message in a Bottle, primo singolo dal secondo album Reggatta de Blanc e prima numero uno in classifica in Inghilterra nel settembre 1979.

«L’abbiamo registrata molto velocemente, ma io ho sbagliato tutto» ha detto Stewart Copeland in una puntata dello show Drumeo dedicato ai batteristi.  Durante le registrazioni di Message in a Bottle, ha detto Stewart Copeland: «Andy Summers se ne è andato a giocare ai videogiochi o qualcosa del genere. Era lui quello che controllava tutto, era veramente bravo. Sting pensava solo a cantare il ritornello all’infinito, perché gli piace molto cantare, io non sapevo cosa fare e ho aggiunto un paio di crash sui piatti per dare maggior enfasi al finale. È una cosa di cui mi sono pentito subito, e mi pento ancora oggi».

Il batterista ha scherzato dicendo di aver perseguitato Andy Summers per molto tempo: «Gli dicevo: dov’eri quando avevo bisogno di te? Dovevi essere tu a dirmi: Stewart, fermo!». Durante la puntata di Drumeo a lui dedicata, Stewart Copeland ha suonato dal vivo la sua parte di batteria di Message in a Bottle (improvvisando diversi passaggi e creando un nuovo finale in cui ha scherzato, ipotizzando di finire la canzone gridando: «Sting, chiudi la bocca e smettila di cantare!». Ha anche svelato diversi aneddoti sulla sua carriera: «Sono il peggior session man del mondo: non seguo nessuna indicazione, non mi ricordo mai quello che mi hanno detto, suono solo ad istinto. Colpisco piatti e tom e quello che succede succede. Nei Police di solito registravamo il giorno stesso in cui ascoltavamo la canzone per la prima volta, e quella versione rimane per sempre».

Secondo Copeland, la grandezza dei Police è tutta nella dinamica del power trio composto da lui, Sting e Andy Summers: «Il segreto delle canzoni dei Police sono i testi, i riff di chitarra e una batteria affascinante. E il fatto che anche se davano la colpa sempre a me, sia io che Sting che Andy acceleravamo sempre le canzoni, soprattutto dal vivo». La canzone tecnicamente più difficile è Spirits in a Material World, pubblicata nel 1981 sull’album Ghost in the Machine: «Ci sono pochissime note, ma è un vero incubo ritmico per tutti e tre. Sembra semplice ma appena inizia a suonarla ti perdi subito».

This page might use cookies if your analytics vendor requires them.