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Linkin Park, ecco come i Rage Against The Machine ispirarono Chester Bennington nella scrittura di One Step Closer

Mike Shinoda: "Mi ha guardato e ho capito che avrebbe fatto qualcosa di iconico, sapevamo tutti che sarebbe stata la parte migliore"

Il 29 agosto 2000 i Linkin Park debuttano con il singolo One Step Closer, terza traccia dell’album Hybrid Theory che diventa uno dei più grandi successi della loro carriera e un vero e proprio inno del rock alternativo degli anni duemila. È il brano che chiude tutti i concerti dei Linkin Park fino al 2007, arriva al numero 24 in Inghilterra e al numero 4 della classifica Mainstream Rock di Billboard ed è uno dei sette brani della band di Chester Bennington e Mike Shinoda che viene usato per la collaborazione con il rapper Jay Z nell’Eo Collision Coure del 2004.

Secondo Mike Shinoda, One Step Closer è stata ispirata al suono e all’aggressività dei Rage Against the Machine e al modo feroce ed essenziale di scrivere i testi di Zack de La Rocha. «Eravamo in studio, non sapevamo come chiudere il pezzo, io ho guardato Chester e gli ho detto: perché non gridi semplicemente “shut up”?. Come in quel pezzo dei Rage Against the Machine, Killing in the Name quando dice: “fuck you, I won’t do what you tell me”. Lui mi ha guardato e ho capito che avrebbe fatto qualcosa di iconico, sapevamo tutti e due che sarebbe stata la parte migliore della canzone».

Il finale con tutta la potenza e la rabbia della voce di Chester Bennington sul muro di chitarre di Brad Delson e lo scratching del Dj Joe Hahn fanno arrivare One Step Closer dritto al pubblico americano. «Abbiamo fermato la registrazione in studio e abbiamo detto al nostro produttore Don Gilmore: accendi il microfono, questa è la parte definitiva del pezzo, senti qua. Chester ha fatto tutto al primo take, Don Gilmore non ci poteva credere». 

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