Rock News
30/10/2023
Quando i Nirvana arrivano a Cannon Falls in Minnesota nel febbraio 1993 per registrare il loro terzo album In Utero nei Pachyderm Studios di Steve Albini trovano tutto l’isolamento e la solitudine che stanno cercando per concentrarsi su quello che hanno definito “Il ritorno all’essenza della band”. In un episodio del podcast del conduttore Conan O’Brien (Conan O’Brien Needs a Friend) Dave Grohl ha ricordato: “Sei mai stato in Minnesota a febbraio? Sembra di essere su un pianeta di ghiaccio. Di giorno fa meno quindici, di notte si congela a trenta gradi sotto zero, non ho mai avuto così freddo in vita mia. Eravamo in totale isolamento, bloccati in studio perché se uscivi morivi. Un posto insolito ma bellissimo per registrare”.
Dave Grohl ha partecipato al podcast insieme a Steve Albini e Krist Novoselic per presentare la riedizione celebrativa dei 30 anni di In Utero. Oltre ai momenti più intensi e alla spinta creativa di Kurt Cobain che vuole realizzare in sei giorni registrando tutto dal vivo senza sovraincisioni quello che i Nirvana hanno definito “l’album più radicale mai fatto da una band di successo”, Steve Albini ha raccontato anche che per passare il tempo nel gelo del Minnesota, i Nirvana facevano anche degli scherzi telefonici alle altre rockstar: “Una volta ho chiamato Gene Simmons facendo finta di essere Kurt". La casa discografica dei Kiss stava organizzando un album tributo alla band, a cui i Melvins hanno partecipato con una cover, “Gene Simmons si era convinto che anche i Nirvana volessero fare una cover dei Kiss. Non riesce ad accettare che ci siano sulla terra anche persone che non sono fan dei Kiss”.
Krist Novoselic è intervenuto ricordando che i Nirvana avevano già fatto una cover dei Kiss, Do You Love Me per l’album Hard to Believe: A Kiss Cover Compilation uscito nel 1990: “Ma è stato un disastro, eravamo ubriachi”. “Quindi ho chiamato Gene Simmons imitando la voce di Kurt. Lui era seduto di fianco a me. Gli ho detto che non me la sentivo di cantare un pezzo dei Kiss, e lui mi ha risposto: ma ci sono i Melvins, io amo i Melvins”. Un’altra volta hanno chiamato Eddie Vedder facendo finta di essere Tony Visconti, amico e produttore di David Bowie, che gli consigliava di lasciare i Pearl Jam: “Gli abbiamo detto di venire in studio e cantare con gente che sapesse suonare davvero”.
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