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The Beatles, Paul McCartney: "La presenza di Yoko Ono in studio era un disturbo. Abbiamo dovuto gestirla"

Sir Paul: "Abbiamo accettato Yoko, non volevamo creare contrasti con John"

The Beatles, Paul McCartney: "La presenza di Yoko Ono in studio era un disturbo. Abbiamo dovuto gestirla"

17/10/2023

La prima volta che Yoko Ono è entrata nello studio dei Beatles, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr sono rimasti senza parole. «Di solito le nostre ragazze non venivano mai. Lei invece si è seduta sugli amplificatori, in mezzo a noi» ha raccontato Sir Paul.

Il rapporto tra John Lennon e Yoko Ono è da sempre uno degli argomenti di discussione più importanti nel racconto della storia della band più grande di tutti i tempi, i Beatles. John Lennon incontra l’artista concettuale giapponese Yoko Ono ad una sua mostra il 9 novembre 1966 alla Indica Gallery di Londra di Barry Miles e Peter Asher, supportata da Paul McCartney. Lennon vede la sua installazione Hammer a Nail e chiede di poter piantare un chiodo, Yoko Ono (che non ha idea di chi siano i Beatles) gli dice che può farlo pagando cinque scellini e Lennon risponde: «Ti darò cinque scellini immaginari per piantare un chiodo immaginario».

Inizia così una delle storie d’amore più intense e poetiche nella storia del rock: John Lennon trova la figura femminile più importante della sua vita, che gli permette di superare il dolore per la perdita della madre Julia, la fine del suo matrimonio con Cynthia Lennon e la separazione dal figlio Julian, la rabbia e la confusione della sua difficile adolescenza a Liverpool dopo l’abbandono del padre Alfred e molti altri demoni della sua vita. Trova anche l’impegno politico, scopre il mondo dell’arte e della controcultura di New York, si trasferisce in America e in uno straordinario processo di crescita umana ed artistica, a soli 30 anni trasforma la sua popolarità e la sua stessa identità musicale in una rivendicazione, parlando di pace, tolleranza, femminismo e giustizia sociale. Tutto questo grazie alla presenza di Yoko, ai Bed-In con cui rendono il loro viaggio di nozze una manifestazione contro la guerra in  Vietnam, alla canzone di pace più potente di sempre, Imagine (Lennon ha sempre detto di essersi ispirato per il testo a una poesia di Yoko Ono dalla raccolta Grapefruit) alle tante iniziative artistiche surreali, agli album sperimentali con la Plastic Ono Band fino al suo ultimo capolavoro Double Fantasy del 1980.

La potenza della relazione con Yoko Ono però finisce per influire anche sulla più importante creazione artistica di John Lennon, i Beatles e sul suo rapporto con Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr.

«Paul è stato il primo amore della mia vita, Yoko è stato il secondo» ha detto una volta John Lennon. Incapace di separarsi da lei, John Lennon chiede a Yoko Ono di restare in studio accanto a lui durante le registrazioni degli album dei Beatles, dal White Album a Let it Be.

A distanza di molti anni, Paul McCartney ha parlato di questo argomento delicato in una puntata del podcast McCartney: A Life in Lyrics in cui racconta la storia delle sua canzoni: «Era una cosa che abbiamo dovuto gestire. Era quello che John voleva e non c’era modo di evitarlo».

Paul ha parlato del metodo di lavoro dei Beatles in studio: «Avevamo le nostre dinamiche, c’eravamo noi Beatles e poi c’era George Martin. Siamo sempre stati in quattro e non abbiamo mai avuto altre persone in studio con noi. Qualunque presenza esterna era un disturbo. Abbiamo accettato Yoko, non volevamo creare contrasti con John. Ma non credo che la cosa piacesse a nessuno di noi».  

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