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Come Keanu Reeves ha cambiato per sempre la carriera di Johnny Depp

Redazione Virgin Radio

Oltre al rock'n'roll i due leggendari attori sono molto legati al cinema d’autore

Tra la fine degli anni 80 e i primi anni 90 arriva nel cinema americano una generazione di attori destinata a dominare Hollywood: Brad Pitt, Leonardo Di Caprio, Johnny Depp e Keanu Reeves. Il primo film di Keanu Reeves è Youngblood del 1986, un teenager movie ambientato nel mondo dell’hockey (sport preferito da Reeves) interpretato anche da Rob Lowe e Patrick Swayze e ha il suo primo ruolo da protagonista in Permanent Record del 1989, un dramma che affronta il tema del suicidio tra gli adolescenti. Johnny Depp invece esordisce nel 1984 con una piccola parte i Nightare on elm Street, primo capitolo della serie horror Nightmare di Wes Craven e poi nella commedia Private Resort, prima di diventare un teen idol nella serie televisiva 21 Jump Street.

Da allora le strade dei due attori si incrociano spesso: sono belli, giovani, intensi e con un atteggiamento rock’n’rol che li fa arrivare spesso in competizione per lo stesso ruolo. Keanu Reeves viene scelto sempre, e a Hollywood si dice addirittura che abbia influenzato la carriera di Johnny Depp spingendolo verso il cinema d’autore e alla collaborazione con due registi tra i più alternativi e sperimentali come Jim Jarmusch (con cui nel 1995 gira Dead Man) e soprattutto Tim Burton con cui nel 1990 interpreta il personaggio più surreale della sua carriera, Edward Mani di Forbice. Sono ben tre i film di enorme successo in cui Johnny Depp era la prima scelta: Point Break di Kathryn Bigelow del 1991 e Speed del 1994, ma soprattutto The Matrix. I fratelli Wachowsky volevano Johnny Depp ma la Warner Bros preferiva Brad Pitt, Val Kilmer e Keanu Reeves che alla fine diventa Neo ed entra nell’immaginario degli anni 90.  Lo stesso Keanu Reeves ha ammesso la rivalità, scherzandoci sopra: “Johnny Depp è una star della televisione, che ha molti più spettatori di quanto io possa sognare. E poi è molto più bello di me.”

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