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Arctic Monkeys, per Damon Albarn sono la più grande guitar band in circolazione: "sono i miei preferiti"

Redazione Virgin Radio

Il frontman di Blur e Gorillaz: "Ci sono delle nuove mutazioni fantastiche della creatività rock"

Damon Albarn ha partecipato ad una puntata del podcast Broken Records di Rick Rubin e Malcolm Gladwell e ha detto la sua opinione sul futuro della musica rock e della chitarra in genere: “C’è un nuovo fermento intorno al suono della chitarra e questo è un bene perché ha attraversato un periodo sterile”.

Damon Albarn è il simbolo della transizione della musica britannica dagli anni 90 ad oggi dal pop rock alla sperimentazione, dagli inni Britpop dei Blur alla visione contaminata ed innovativa dei Gorillaz, passando per le incursioni nella world music dei suoi progetti Africa Express. Mentre continua a portare avanti l’avventura virtuale dei Gorillaz (l’ultimo album è Cracker Island del 2023), Damon Albarn è tornato sul palco con i Blur per un tour di reunion in cui come ha detto lui stesso: “Mi sembra di essere nel 1993”.

Per quanto riguarda la scena musicale inglese, Damon Albarn ha citato la sua band preferita: “L’ultima grande band che suona la chitarra sono gli Arctic Monkeys. Non credo ci sia stato nessuno così bravo da allora”. La band di Alex Turner, cresciuta ad ogni album dall’esordio garage rock del 2006 con Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not alle canzoni raffinate dell’ultimo album The Car del 2022 e apprezzata da icone rock come Jimmy Page, Dave Grohl e Lars Ulrich è diventata anche il punto di riferimento per una nuova generazione di gruppi ed artisti inglesi, dai Fontaines D.C. a Sam Fender.

Secondo Damon Albarn questo è un bene per il futuro del rock inglese: “Ci sono band con un grande potenziale. La musica per chitarra è come se si fosse smantellata da sola e poi ricomposta in una forma differente. Ci sono delle nuove mutazioni fantastiche della creatività rock. Gli Yard Act migliorano in continuazione, gli Sleaford Mods sono fantastici, ci sono dei nuovi linguaggi e non il solito rock generico. Quello lo odio, mi piacciono i poeti e le chitarre”. Alla fine dell’intervista, Damon Albarn ha fatto anche un paragone importante: “In qualche modo credo che una parte di David Bowie viva in me. Non lo dico certo in modo arrogante o presuntuoso, intendo dire che la mia intenzione è portare avanti il suo lavoro aggiungendo le mie melodie e la mia sensibilità.

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