Loading

Rock News

Quentin Tarantino e il rapporto con gli animali nei suoi film: "Non si possono uccidere. Quello è un limite che non posso superare"

Redazione Virgin Radio

Il regista più rock'n'roll di Hollywood racconta l'uso della violenza nei suoi film

Quentin Tarantino ha dovuto affrontare spesso il tema della volenza nei suoi film, spesso esasperata e resa spettacolare con l’intenzione di renderla irreale e quindi più accettabile dal pubblico. “Uno dei motivi per cui funziona nei miei film è che è tutta una finzione. Sopporti le scene di violenza perché sai che è un gioco”. Nel corso della sua carriera ha avuto reazioni contrastanti all’attenzione rivolta dai critici a questo aspetto del suo cinema, che ha creato intorno a lui e al suo stile una nuova definizione di “pulp.” Durante un’intervista a Channel 4 in Inghilterra si è rifiutato di rispondere alle domande riguardo a Djanho Unchained: “Non sono la vostra scimmia ammaestrata” si è arrabbiato, “Rifiuto le vostre domande”.

Il tema del film era molto forte, la brutalità della schiavitù che secondo tarantino: “Non è mai stato veramente affrontato in America” ha detto Tarantino, “Volevo mostrare la realtà: ci sono stati due olocausti nella storia americana e questo è uno. Abbiamo sterminato i nativi americani e gli schiavi africani. Il mio film parla di questo. E' la ragione della vendetta di Django”. Tarantino non ha mai voluto essere identificato come un regista di film violenti, ma come un narratore di storie: “I film sono fantasia, non sono storie reali. Se guardi un film di Kung Fu vedi l’eroe che uccide cento persone in un ristorante, e ti diverti”.

Quando lo hanno stuzzicato sul fatto che ci possa essere una correlazione tra la violenza fittizia dei film e quella reale, come durante l’intervista con Channel 4, Tarantino non è caduto nella provocazione: “È inutile farmi una domanda del genere, non ci casco. Se volete sapere come la penso sulla violenza, lo ripeto da venti anni e non ho cambiato idea di una virgola.” La sua idea è che le persone sono in grado di sopportare la violenza sullo schermo se esiste un contesto che le giustifichi, come nelle mosse geniali di trasformare personaggi marginali in agenti della vendetta universale come accade in Inglourious Basterds con l’uccisione brutale di Hitler o nel finale di One Upon a Time in Hollywood. “Ogni tanto mi siedo in un angolo a scrivere e mi dico: e adesso cosa succede? Poi mi rispondo: ammazzali tutti, è la tua storia! E così ho salvato Sharon”. C’è solo una cosa che Tarantino non farebbe mai: “Uccidere degli animali. Quello è un limite che non posso superare. Nemmeno gli insetti. A loro non interessa niente dei miei film”.

This page might use cookies if your analytics vendor requires them.