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Noel Gallagher definisce la "canzone perfetta" degli Oasis. Ecco perché
Il rocker di Manchester racconta la storia della sua canzone preferita di sempre della band
Noel Gallagher si è definito una volta come: «Un tipo ordinario con un dono straordinario». La sua dedizione alla meodia e alla chitarra è stata un percorso istintivo, scoperto da subito come unica vera ragione di vita )si dice abbia iniziato a suonare la chitarra dopo un incidente sul lavoro in cantiere, quando è stato trasferito in ufficio e non aveva niente da fare) guidato dalla passione per la tradizione della musica britannica e portato avanti con la determinazione di chi voleva a tutti i costi scrivere il proprio nome nell’elenco dei più grandi cantautori di sempre. «Ero solo un ragazzo delle case popolari di Manchester che sapeva suonare qualche canzone dei Beatles» ha detto in un’intervista. Eppure, quel ragazzo ha imparato a scrivere «Non so cosa è successo quella notte di pioggia a Parigi quando ho scritto Don’t Look Back in Anger» ha detto a proposito di uno dei suoi pezzi più famosi, «Qualcosa è comparso di fronte a me e mi ha detto: questa è per te».
Il suo obiettivo era raggiungere John Lennon, Johnny Rotten, Paul Weller, Johnny Marr e per farlo Noel ha coltivato il dono della melodia e ha scritto alcune delle canzoni più trascinanti nella storia della musica britannica, ha esaltato al massimo la voce straordinaria di suo fratello Liam e ha portato ad un successo senza precedenti gli Oasis diventando per tutti The Chief. Sette album pubblicati dal 1994 al 2008, da Definitely Maybe a Dig Out Your Soul del 2008 passando per il trionfo di (What’s the Story) Morning Glory che ha venduto 22 milioni di copie nel mondo ed è il quinto album più venduto di sempre in Inghilterra. È l’album che contiene la sua canzone preferita degli Oasis, Some Might Say, primo singolo pubblicato il 24 aprile 1995 e prima numero uno in classifica in Inghilterra per gli Oasis. «Si dice che We Can Work it Out sia la canzone simbolo dei Beatles» ha detto in un’intervista, «Allo stesso modo Some Might Say è la canzone che definisce gli Oasis al massimo».
È anche l’ultimo brano registrato con Tony Carroll alla batteria, sostituito da Alan White e nasce da un demo che Noel ha registrato nello studio di Rockfield in Galles con il produttore Owen Morris usando gli strumenti dei Verve del suo amico Richard Ashcroft, che in quel momento stavano lavorando all’album Northern Soul. Noel Gallagher ha sempre detto di apprezzare di più il demo (in cui ha suonato anche il basso e la batteria) della versione finale inserita in What’s the Story Morning Glory e ha anche ammesso di aver preso ispirazione per il celebre riff iniziale di chitarra da un pezzo del 1993 della band americana Grant Lee Buffalo, Fuzzy. «Non sono un genio, sono un fan della musica» ha detto, «Tutto quello che suono è un riferimento a qualcos’altro. In fondo ci sono solo dodici note da usare».