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The Police, Stewart Copeland rivela qual è il brano più difficile della band: "È un incubo"

Redazione Virgin Radio

Per il leggendario batterista esiste ancora una canzone del gruppo che lo mette in seria difficoltà

Stewart Copeland, è sicuramente uno dei più grandi e apprezzati musicisti nella storia del rock. La sua storica band, i Police, formata con Sting ed Andy Summers, in pochi anni ha venduto milioni di dischi e rivoluzionato un genere, dal punk al reggae bianco fino al pop.

Il suo stile è tra i più imitati e fondamentali di tutti i tempi, in grado di gettare le basi per il rock, il jazz e il fusion degli anni a venire con brani entrati nella storia della musica e che ne fanno un punto di riferimento per i batteristi di tutto il mondo. Ma c'è un brano che anche per il leggendario batterista dei Police risulta ancora oggi praticamente impossibile da eseguire, che lui stesso ha definito come "un incubo".

In un video pubblicato su Twitter qualche settimana fa, a Copeland è stato chiesto qual è il ritmo tecnicamente più complicato che abbia mai suonato. Non ha esitato a nominare "Spirits in the Material World", brano pubblicato dalla band nel 1981 all'interno dell'album Ghost In The Machine, spiegando che è un vero "incubo ritmico" per tutti e tre i membri della band.

Il brano è caratterizzato da un arrangiamento scarno e minimalista, ma la sua vera sfida sta nella complessità ritmica. Copeland ha fatto notare inoltre che che mentre la canzone può sembrare semplice e orecchiabile, il ritmo portante è incredibilmente difficile da padroneggiare, anche per musicisti esperti come i membri dei Police.

Guarda il video:

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