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Dave Grohl rivela i suoi batteristi preferiti di sempre: "Ero e sarò sempre il ragazzino che faceva air drumming nella sua camera"
Il frontman dei Foo Fighters quali grandi musicisti lo hanno influenzato nella ricerca del suo stile dietro la batteria
Dave Grohl ha sempre detto di sé stesso con la sua grande autoironia: «Ero e sarò sempre il ragazzino che faceva air drumming nella sua camera in una casa qualunque della Virginia». Secondo quanto ha raccontato nella biografia The Storyteller, il suo desiderio era vivere di musica, suonare la batteria in una band, lasciare la Virginia e incontrare i suoi idoli nel mondo del rock. Dagli Scream ai Nirvana ai Foo Fighters, Dave Grohl ha realizzato tutti i suoi progetti, ha suonato con Iggy Pop, Paul McCartney, Lemmy dei Motorhead e molti altri musicisti, diventando quello che il suo amico Stewart Copeland dei Police ha definito: «La prima grande rockstar del mondo che ha continuato ad essere un vero fan. Anzi, ha reso essere fan delle rock band una cosa molto cool».
Dave Grohl ha raccontato di aver imparato a suonare la batteria da solo, a orecchio: «Suono ad istinto, non so leggere la musica e non ho mai studiato uno strumento. Quello che suono arriva direttamente dall’anima».
Il resto del suo stile che ha cambiato il rock degli anni 90 con i Nirvana, la potenza e la profondità dei due album Nevermind e In Utero, ma anche la delicatezza e la forza espressiva dell’Unplugged in New York (Kurt Cobain non a caso lo descriveva come : «Il più grande batterista del mondo») arriva dalle sue infliuenze, dai dischi e dalle band che ascoltava da ragazzino mentre faceva air drumming.
Nella lista dei suoi batteristi preferiti di tutti i tempi ci sono tre nomi.
Il primo è quello di Neil Peart dei Rush: «Con il suo suono inconfondibile ha ispirato milioni di musicisti a prendere in mano le bacchette e inseguire un sogno. Un uomo gentile, profondo e geniale che ha dominato le nostre stazioni radio e i nostri giradischi non solo con il suo modo splendido di suonare la batteria ma anche con i testi delle canzoni dei Rush».
Dave Grohl ha raccontato di aver scoperto i Rush grazie all’album 2112 del 1976: «Ricordo perfettamente la prima volta che l’ho ascoltato, non avevo mai prestato attenzione alla batteria prima di allora. La sua potenza, precisione e composizione sono ineguagliabili. Per questo veniva chiamato Il Professore: abbiamo imparato tutti da lui».
Il secondo batterista nella sua lista è il capostipite di tutti i batteresti rock’n’roll, Ringo Starr dei The Beatles: «Come si fa a definire il miglior batterista del mondo?» ha detto ad un evento della Rock and Roll Hall of Fame, «È qualcuno tecnicamente preparatissimo? O è qualcuno che suona al servizio della canzone con un proprio stile che riesce a trasmettere una sensazione? Ringo è il re delle sensazioni». In una conversazione con Ringo Starr stesso per la rivista Rolling Stone, Dave Grohl ha anche detto al batterista dei Beatles: «Sono sicuro che ancora oggi, qualunque rock band del mondo in qualunque studio di registrazione in mezzo a qualunque canzone ad un certo punto dice al proprio batterista: hey, fammi una cosa alla Ringo qui».
Il numero uno del batterista al servizio della canzone che però riesce a far tremare le fondamenta di ogni pezzo con la potenza e la precisione, secondo Dave Grohl è John Bonham dei Led Zeppelin. Anche Kurt Cobain ha sempre paragonato Dave a Bonham.
«Non era assolutamente perfetto» ha spiegato dave Grohl, «Ma quando prendeva un groove lo rendeva profondo come un battito del cuore. Aveva una tendenza folle alla cacofonia, ma anche una grande intensità emotiva». Dave ha raccontato di aver scoperto i Led Zeppelin a sedici anni: «Prima ascoltavo solo punk rock. La batteria era incessante, martellante come una pistola che spara in una cantina di cemento. Poi ho ascoltato Houses of the Holy dei Led Zeppelin ed è cambiato tutto. Mi ha aperto letteralmente le orecchie. Ho ascoltato così tante vote quel CD che conosco ogni singolo colpo sulla batteria».
Per quanto riguarda il pezzo definitivo di Bonham, Dave Grohl non ha dubbi: «Moby Dick! Non esiste un altro batterista al mondo che possa fare un assolo a mani nude. Io ci ho provato e fa malissimo, è impossibile. Gli assoli di batteria di solito sono una schifezza inutile, ma quello di Moby Dick è il migliore di tutti i tempi, e John Bonham è il più grande di tutti, senza dubbio».