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Liam Gallagher: "Se negli anni '90 ci fossero stati i social saremmo finiti tutti in prigione"

Redazione Virgin Radio

Il rocker di Manchester: "Sarebbero stati anni orribili"

Liam Gallagher è un vero fenomeno della comunicazione, capace come pochi altri di distillare la propria arroganza e ironia in battute fulminanti che hanno fatto la storia del rock britannico degli ultimi decenni.

Non ha mai risparmiato nessuno, da suo fratello Noel (che ha chiamato per anni “Potato”) a leggende del rock come gli U2 («Suonate One e smettetela di romperci le palle con l’Africa») fino ad altre band inglesi. A proposito delle rivalità con i Blur ha detto: «Essere figo è l’unica cosa che conta per me. Posso dirti chi non è figo: uno qualunque dei Blur» e sui Muse: «Mi spaventano di brutto. Almeno suonano le chitarre ma fanno cose davvero inquietanti. Eppure alla gente piace» e negli anni ha regalato definizioni geniali come quella su una delle due band che non sopporta proprio, i Coldplay: «Chris Martin sembra un insegnante di geografia. E poi cos’è questa storia di scriversi addosso i messaggi? Se vuole scrivere gli do penna e fogli».

L’altra band, ovviamente, sono i Radiohead: «Non li odio, sia chiaro» ha detto una volta, «Penso solo che i loro fan siano brutti e noiosi e non abbiano l’aria di chi si sta divertendo». Eppure anche lui a 50 anni passati sta cominciando a diventare più riflessivo e in uno scambio di battute di qualche tempo fa con una fan su Twitter ha parlato di cosa sarebbero stati gli anni 90 se ci fossero stati i social media. «Sarebbero stati orribili, e probabilmente saremmo finiti tutti in prigione».

L’atteggiamento degli Oasis negli anni 90 sarebbe stato molto più controllato e criticato dal pubblico e dai media, e forse le cose sarebbero andate diversamente per la band di maggior successo del decennio in Inghilterra. O forse, giudicando da quanto è seguito oggi su Twitter, Liam avrebbe solo avuto a disposizione uno strumento in più per mostrare il suo talento comico irriverente.

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