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Quentin Tarantino critica Taxi Driver di Martin Scorsese: "Avevano paura e scelsero un personaggio bianco"
Il regista: "Come è possibile che la Columbia potesse essere timida con un film provocatorio come Taxi Driver?"
Nel suo libro Cinema Speculation, Quentin Tarantino ha analizzato e raccontato la storia del cinema americano attraverso i film che ha visto rigorosamente al cinema (alcuni dei quali quando non aveva nemmeno l’età giusta) negli anni 70. Oltre 400 pagine di critica cinematografica, storie personali e analisi tecnica che esprimono tutta la sua inesauribile passione per il cinema e la sua enorme conoscenza, in cui Tarantino non ha rinunciato a fare qualche commento critico.
Parlando di Taxi Driver, capolavoro del 1976 di Martin Scorsese con Robert De Niro nel ruolo del tassista Travis Bickle, Harvey Keitel e una giovanissima Jodie Foster, Tarantino ha detto: “Probabilmente la migliore analisi e sviluppo di un singolo personaggio mai fatta in un film” ma ha anche criticato gli studios della Columbia Pictures per aver “Diluito la sceneggiatura di Paul Schrader per renderla più accattabile dal pubblico.” Tutto ruota intorno al personaggio di Sport, lo sfruttatore di prostitute interpretato da Harvey Keitel che diventa obiettivo della follia omicida di Travis Bickle e della sua ossessione verso la giovane Iris (Jodie Foster) simbolo della missione di salvare dalla decadenza gli abitanti di una New York oscura e inquietante e sull’orlo dell’abisso.
Tarantino spiega che nella sceneggiatura originale di Paul Schrader, Sport era afroamericano, ma il ruolo è stato dato ad un attore bianco (Harvey Keitel) per timore della risposta del pubblico. “Come è possibile che la Columbia potesse essere timida con un film provocatorio come Taxi Driver? Hanno fatto lo stesso con me trenta anni dopo quando ho girato Django Unchained. Temevano la reazione del pubblico afroamericano. E’ possibile?” ha scritto Tarantino, secondo il quale doveva essere evidenziato maggiormente il razzismo del personaggio di Travis Bickle "Forse erano proprio i bianchi che finanziavano i film della Columbia che si sentivano turbati dalla storia di Paul Schrader. Cambiare Sport da afroamericano a bianco è stato un compromesso che ha coinvolto tutti, dalla Columbia a Martin Scorsese ai produttori Michael e Julia Phillips.”