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Led Zeppelin: la storia di Whole Lotta Love, lo stravolgimento del blues che determinò il suono del rock anni '70

Redazione Virgin Radio

Eletto come il riff più bello di sempre il brano arrivò come un uragano nelle radio di mezzo mondo cambiando per sempre il concetto di canzone rock

Whole Lotta Love è senza alcun dubbio uno dei riff più riconoscibili nell'intera storia del rock, eletto nell'ultimo anno come il più bello di sempre secondo le riviste specializzate Total Guitar e Guitar World: «Jimmy Page ha fatto il grande passo per l’umanità» si legge nella motivazione, «Forse non è il primo grande riff della storia ma ha contribuito a portare l’idea stessa di riff di chitarra al centro della musica rock. Nei primi 2,7 secondi Whole Lotta Love ha proiettato la musica in un altro decennio. Mentre tutti gli altri erano ancora egli anni ’60, i Led Zeppelin suonavano già negli anni ‘70».

Uscito il 7 novembre 1969 Whole Lotta Love ebbe il compito di lanciare il secondo album dei Led Zeppelin, scritto e registrato durante i tre tour consecutivi in America e i quattro in Inghilterra del 1969: “Eravamo sempre sul palco, non c’era un attimo di pausa e i riff di chitarra di Jimmy Page venivano fuori uno più furioso dell’altro” ha raccontato il bassista John Paul Jones.

All’epoca ai musicisti stranieri che arrivano in America viene concesso un visto che dura solo sei mesi, e i Led Zeppelin li usano tutti al massimo: le canzoni nascono dappertutto, sui tovaglioli dei ristoranti e nelle stanze d’albergo, e vengono registrate in giro per gli Stati Uniti, da Memphis a Los Angeles nei momenti di pausa tra un concerto e l’altro. Il risultato è il suono di una band ossessionata dal volume e dalla potenza sovrumana del rock’n’roll, che in tredici canzoni crea un nuovo genere hard rock elettrificando il blues e vola dritto al n.1 in classifica sia in America che in Inghilterra.

Jimmy Page è il produttore dell’album, registra Whole Lotta Love nell’aprile del 1968 agli Olympic Studios di Londra ma vuole mixare l’album a New York con Eddie Kramer, che ha già lavorato con Jimi Hendrix e usa tutte le tecniche che ha imparato negli anni passati in studio di registrazione («Abbiamo manipolato tutti li strumenti conosciuti dal genere umano» ha detto lui stesso) e per il riff si basa su un pezzo registrato da Muddy Waters nel 1962 scritto dal bluesman Wille Dixon, You Need Love suonando una Gibson Les Paul standard Sunburst del 1969 collegata da un amplificatore Marshall da 100Watt.

John Paul Jones ha detto: «Tutti pensano che i Led Zeppelin entrassero in studio con dei muri giganteschi di amplificatori  ma non è così» ha raccontato John Paul Jones, «Jimmy usava dei piccoli amplificatori, ma li mixava molto bene».

Durante un'intervista rilasciata negli scorsi anni a Guitar World, Jimmy Page ha rivelato di aver immaginato la parte centrale della canzone come se si trattasse di una musica d’avanguardia, ma ha raccontato di averla poi dovuta modificare per renderla più commerciale: “Ho scordato totalmente la chitarra e poi ho usato una tecnica che mi permetteva di avere una sorta di rumori e grugniti, tirando fuori una specie di ‘suono satanico’ che però non sarebbe mai potuto passare in radio”, ha dichiarato Jimmy Page, spiegando anche che quei suoni e quelle tecniche di registrazione non erano mai state usate prima del 1969. “Era quello il modo in cui pensavamo le cose, cercavamo sempre di essere all'avanguardia e devo dire che questa era una delle cose più divertenti in assoluto – spiega ancora Jimmy Page – Questo è il grande vantaggio di avere totale controllo artistico su quello che stai facendo. Niente di tutto questo sarebbe potuto succedere se avessimo avuto un produttore esterno. Avrebbero messo tutto in discussione o semplicemente non avrebbero capito quello che stavamo cercando di fare, o avrebbero pensato che fosse solo rumore. Mi sono sempre assicurato che le nostre idee fossero realizzate senza alcun tipo di interferenza”. 

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