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Sting e la storia del duca italiano che lo avrebbe ingannato per vendergli il suo vigneto
L'aneddoto risale a fine anni Novanta quando il rocker decise di comprare la tenuta Il Palagio a Campi Bisenzio (Firenze)
Sting ha recentemente raccontato la storia di quando un duca italiano avrebbe cercato di ingannarlo per indurre la rockstar a comprare la sua tenuta e il suo vigneto in Toscana. La storia risale agli anni Novanta, quando l'ex frontman dei Police e sua moglie Trudie frequentavano la tenuta di 865 acri di proprietà del Duca Simone Vincenzo Velluti Zati di San Clemente. A sostenerlo è lo stesso Sting che ha raccontato questo aneddoto al magazine Sette: “Il Duca ci offrì un bicchiere di rosso da una caraffa, durante una delle nostre prime visite a ‘Il Palagio’. Stavamo negoziando l'acquisto della tenuta. La proprietà ci piaceva molto, anche se era in rovina. Il Duca mi chiese se volessi assaggiare il vino prodotto lì e io risposi di sì. Era un vino eccellente e questo mi convinse a comprare anche i vigneti".
Tuttavia, la rockstar sostiene che solo più tardi scoprì che il delizioso bicchiere di vino che aveva contribuito a chiudere l'affare era in realtà il prodotto di un'altra proprietà. "Quando abbiamo servito il vino della tenuta ai nostri ospiti, ho notato che qualcuno svuotava il suo bicchiere in un'aiuola", ha continuato il rocker. "È stato allora che abbiamo deciso di impegnarci e di dimostrare che era possibile produrre un ottimo vino dai vigneti del Palagio".
Il Palagio è divenuta intanto un'azienda vinicola di alto livello, che produce circa 150.000 bottiglie all'anno. I recenti commenti del musicista riguardo al presunto inganno del defunto Duca però non sono stati accolti bene dal figlio Simone Jr. che ha commentato la storia di Sting "una falsa, velenosa calunnia. A parte il fatto che un gentiluomo di esperienza internazionale come Sting non dovrebbe confondere il Barolo con il Chianti, il Nebbiolo con il Sangiovese, niente potrebbe essere più estraneo al carattere di mio padre, alle sue abitudini, al suo comportamento, in una parola, al suo spirito, che comportarsi come un oste truffatore", ha risposto, definendo il racconto di Sting "nient'altro che una strategia di marketing di cattivo gusto”. E aggiungendo che “il rocker deve a me e alla mia famiglia delle scuse".
Anche il filosofo Edgar Morin, amico del Duca, è intervenuto in sua difesa. "Sting, che inizialmente non sapeva nulla di vino, si è sbagliato, o ha inventato questa storia di recente", ha dichiarato a Page Six. "Anche un bambino sa riconoscere la differenza tra un Barolo e un Sangiovese. E, nessun toscano - Simone meno di tutti - oserebbe tentare un trucco così scadente e assurdo".