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Quella volta che i Guns N' Roses salvarono Ian Astbury dei The Cult dall'arresto! L'incredibile storia

Redazione Virgin Radio

Il frontman inglese fuggì dalla finestra, si calò dalla grondaia e si infilò nel tour bus dei Guns N' Roses

La storia del rock anni ’80 è piena di momenti trasgressivi e maledetti in cui la vita al limite dei musicisti rock si è scontrata con le istituzioni. Ma Brian Duffy, chitarrista dei The Cult, ha raccontato che la sua band si è trovata accusata di aver fatto qualcosa che non aveva mai fatto, semplicemente per via di una incomprensione linguistica. Intervistato dal podcast Appetite for Distorsion, Duffy ha raccontato un concerto in California nel 1987 finito in un modo imprevedibile: «Suonavamo in un locale di San Antonio chiamato The Sunken Garden, che esiste ancora oggi. All’improvviso ci siamo resi conto che ai lati del palco c’erano dei poliziotti. Erano lì per avvisare che non avrebbero tollerato alcun tipo di oscenità o linguaggio volgare. Mi sembrava di essere nel film dei Doors, a Miami nel 1970. Mi sono detto: succede ancora una cosa simile nel 1987?».

I The Cult sono appena usciti con il terzo album Electric, prodotto da Rick Rubin, con cui evolvono il loro suono dal post-punk britannico ad un hard rock sempre più psichedelico, e si sono appena trasferiti a Los Angeles, dove rimarranno per il resto della loro carriera. Non sono ancora pronti però a confrontarsi con la polizia californiana. «Al tempo eravamo considerati una band pericolosa» ha raccontato Billy Duffy, «Bevevamo parecchio, ci divertivamo e di conseguenza avevamo paura dei poliziotti».

Il gruppo di spalla dei The Cult sono una band di Los Angeles scatenata che si sta facendo avanti nei locali della California con la potenza delle loro esibizioni live, i Guns N' Roses. «I Guns sono saliti sul palco e Axl ha fatto quello che fa di solito, il che comprende sicuramente qualche parolaccia e qualche insulto» ha raccontato Billy, «Poi è toccato a noi, Ian Astbury ha cantato e non ha detto niente di volgare perché non lo fa mai. Il problema era il suo accento inglese». A quanto pare, è stato questo a provocare la reazione dei poliziotti. «Dopo il concerto sono venuti nel backstage a cercarlo, perché erano convinti che avesse detto qualcosa di terribilmente osceno, ma non era vero».

A salvarlo ci pensano i Guns N' Roses: «Ian si è chiuso a chiave in camerino, è uscito dalla finestra, si è calato dalla grondaia con un cappellino da baseball calato in testa, si è infilato nel tour bus dei Guns N' Roses ed è scappato via con loro». Tocca ai membri dei The Cult affrontare i poliziotti: «Ci hanno detto: “dov’è il vostro cantante?”» ha raccontato Billy Duffy, «Noi abbiamo risposto: “non lo sappiamo, è sparito”. Ci hanno detto che avevano le prove che avesse detto qualcosa di molto volgare sul “fare sesso ad Amsterdam”. Io ho riposto: “Perché, è illegale fare sesso ad Amsterdam?” In realtà avevano capito male le parole di una nostra canzone per via dell’accento inglese di Ian».

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