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Queen, l'incredibile traccia vocale di Freddie Mercury registrata per We Are The Champions

Redazione Virgin Radio

Una delle registrazioni più potenti nella carriera del compianto frontman che prova che la sua estensione vocale avrebbe potuto essere paragonata a quella di un grande tenore

We Are The Champions è forse una delle canzoni più riconoscibili, potenti e reinterpretate dei Queen. Un vero e proprio piccolo capolavoro di Freddie Mercury in cui, in poco più di due minuti, riesce a racchiudere un testo profondissimo (il riscatto di una persona emarginata), un ritornello indimenticabile fin dal primo ascolto e una prova vocale da far impallidire un cantante d'opera. Un brano che, anche grazie ad una prova strumentale sublime da parte dei Queen, è entrato nelle radio di tutto il mondo, indipendentemente dalle classificazioni di genere. Ma avete mai provato ad ascoltare questo brano interpretato solamente dalla pura voce del leggendario frontman? 

Con un estensione vocale incredibile, dal Fa basso basso al Fa alto soprano, Freddie Mercury è sempre stato considerato unico, e non solo per la bellezza delle sue canzoni ma anche per le incredibili doti canore che lo rendono inimitabile. Il grande Roger Daltrey, il frontman dei The Who, una volta lo descrisse come "il più virtuoso cantante del rock'n'roll di tutti i tempi".

Qualche anno fa un team di ricercatori europei provò a condurre dei test per capire come facesse quest'uomo a cantare in maniera così estesa e pura. Le conclusioni vennero pubblicate in un articolo di "Logopedics Phoniatrics Vocolagy", intitolato "Freddie Mercury - acoustic analysis of speaking fundamental frequency, vibrato and subharmonics".

I ricercatori non sono riusciti a dimostrare che Mercury avesse un'estensione vocale pura di quattro ottave ma hanno portato alla luce che, benché il cantante sia stato spesso indicato come tenore, probabilmente era un baritono.

Per studiare a fondo la sua voce il team di ricercatori ha deciso di utilizzare una "controfigura". Venne chiamato il cantante canadese Daniel Zangger-Borch, in grado di riprodurre in maniera molto fedele la voce di Mercury. Grazie a questo studio hanno potuto capire che Mercury era in grado di usare le subarmoniche (tecnica propria di alcuni canti etnici) e che le sue corde vocali si muovevano ad una velocità superiore alla media.

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