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Pink Floyd, perché Roger Waters rifiutò il contributo di Paul McCartney in The Dark Side Of The Moon
Il disco capolavoro della band inglese avrebbe potuto avere un particolare legato all'ex Beatles
“Non esiste il lato buio della luna, in effetti è tutta buia. Quello che la fa sembrare illuminata è il sole”. È una frase di Gerry O’Driscoll, il custode irlandese degli studi Abbey Road di Londra, entrata nella storia del rock al minuto 1 e 37 secondi di Eclipse, il finale trascendente di The Dark Side of the Moon, il capolavoro dei Pink Floyd del 1973.
In sottofondo, mentre Gerry O’Driscoll chiude in modo poetico il viaggio verso le zone oscure dell’anima raccontato nell’album si può sentire anche un breve estratto della versione orchestrale di Ticket to Ride dei The Beatles fatta dal gruppo strumentale Hollyridge Strings, che qualcuno stava ascoltando in quel momento ad Abbey Road.
È l’unico contributo dei Fab Four ad un album che ha cambiato la storia della musica. Paul McCartney è ad Abbey Road in quel momento, chiede di partecipare alla creazione di quell’album epocale, ma i Pink Floyd decidono di no.
L’idea è di Roger Waters: fare una serie di domande surreali a tutte le persone presenti in studio durante le registrazioni e usare le voci come uno strumento in più, integrandole con la musica.
Lo Studio 3 è immerso nel buio, le persone si fermano davanti al microfono e rispondono alle domande scritte su dei cartoncini mostrati in sequenza: “Qual è il tuo colore preferito?” “Quando è stata l’ultima volta che sei stato violento?”, “Hai paura di morire?”. Il roadie dei Pink Floyd Chris Adams registra la frase che apre l’album «Sono stato pazzo per anni», il road manager della band Peter Watts contribuisce con la celebre risata che si sente nel primo brano Speak to Me e viene ripetuta durante Brain Damage, un altro membro della crew dei Pink Floyd Roger “The Hat” Manifold dice «Vivi oggi, muori domani. Questo sono io» e The Great Gig in the Sky si apre con un’altra risposta di Gerry O’Driscoll: «Non ho paura di morire, perché dovrei? Prima o poi tutti ce ne dobbiamo andare».
Paul McCartney sta registrando l’album Red Rose Speedway con i Wings ad Abbey Road. Inserire la voce di uno dei Beatles in un disco dei Pink Floyd è un’occasione incredibile, Paul entra nello Studio 3 e risponde alle domande, ma Roger Waters non è soddisfatto delle risposte e decide di eliminarlo dalla versione finale di The Dark Side of the Moon.
«E’ stato l’unico che ha deciso di recitare, cosa che ovviamente non era assolutamente necessaria» ha raccontato Roger Waters al biografo dei Pink Floyd, John Harris, «Ha provato ad essere spiritoso e a rispondere in modo divertente, e non era assolutamente quello che volevamo». Paul McCartney a quanto pare non se l’è presa, perché ha sempre detto che The Dark Side of the Moon è il più grande concept album di tutti i tempi.