Korn, Jonathan Davis si racconta: "La musica è sempre stata la mia salvezza, la mia chiesa, il mio tutto"
Il leader della band ha parlato del lavoro dietro all'ultimo disco The Nothing!
Durante una conversazione con il settimanale Kerrang, il frontman dei Korn, Jonathan Davis, ha guardato al 2019 e alle sofferenze che ha vissuto negli ultimi tempi, compresa la perdita della moglie Deven nell'agosto del 2018. Il cantante ha anche parlato di come le sue difficoltà abbiano contribuito all'ultimo album del gruppo, The Nothing, pubblicato a settembre dell'anno scorso.
“Il 2018 è stato l'anno peggiore della mia cazzo di vita. Guardavo al 2019 per ricominciare da capo. Fanculo tutto quello che mi è successo, guarderò avanti, continuerò a spingere e comincerò davvero ad ottenere tutto, andando in una buona direzione sia per me sia per la band", ha raccontato per poi commentare il tredicesimo disco del gruppo: "Volevo solo entrare in studio. La musica è sempre stata la mia salvezza, la mia chiesa, il mio tutto. Avevo a che fare con tante brutte cose ed era così che mi sfogavo. La band mi aveva consegnato un sacco di ottima musica che mi piaceva molto, quindi ero entusiasta di iniziare a lavorarci su. Ma allo stesso tempo ero triste, per via delle tante emozioni del periodo. È stato allora che mi sono sentito frustrato e ho detto a tutti di andare a farsi fottere! Gli altri erano preoccupati di come avrei usato la mia voce sul progetto. Quando lavoriamo ai dischi, alla fine vengo sempre fregato, perché la band ha un anno o due per scrivere la melodia ed io invece ho solo una piccola finestra per fare quello che devo fare! Ma questa volta volevo prendermi il mio tempo, non volevo alcuna pressione. Così mi sono chiuso in studio e ho detto a tutti: Quando è fatto, è fatto. È stato bello. In realtà ho avuto il tempo di sedermi e di fare quello che volevo fare. Credo che l'ultima volta che ho avuto modo di farlo è stato quando abbiamo lavorato ad Untouchables, nei primi anni 2000".
Il cantante ha poi commentato il risultato dell’album: "È agrodolce. Ho pensato che se ci sono persone che stanno passando le stesse cose che ho passato io, questo potrebbe aiutarli. È un disco molto emotivo ed oscuro. Un vero e proprio album dei Korn, non ne facevamo uno così da molto tempo. Tornando al nostro primo lavoro (“Korn” del 1994), allora cantavo di cose che erano successe durante la mia infanzia; avevo avuto il tempo di lasciarle passare. Questa roba invece era fresca".