IntervistaTI con Virgin sta iniziando a dare i suoi frutti. Sono già tante le band che sul loro blog nella community di Virgin Radio hanno pubblicato la loro auto-intervista. Tra le tante che abbiamo letto ci è piaciuta quella degli Anonimo FTP, indie rock band milanese. Conosceteli insieme a noi… Ecco uno stralcio dell'intervista con le domande e le risposte più interessanti.
Quali sono le difficoltà maggiori per una band?
"Trovare spazi per i live e una struttura ‘solida' che promuova con forza e passione musica non convenzionale per lo standard medio italiano”.
Quale il "mistero" che si cela dietro questa sigla?
"Dietro al nostro nome non si cela nessun ‘mistero' ma è semplicemente un termine ‘internettiano' che indica un protocollo di trasferimento di dati anonimo (File Transfer Protocol)”.
Si parla spesso di indie italiana (intendendo un certo tipo di indipendenza dalla label). A vostro avviso in questo momento l'affermazione data è veritiera?
"Certo! Ci sono per esempio molti gruppi, a diversi livelli, che lavorano e si gestiscono con una dinamica del tutto indipendente alle logiche delle label (anche quelle major), avendo altresì un discreto successo e un ampio seguito. Tutto questo oggi viene sicuramente agevolato dalle nuove tecnologie, mentre un tempo l'unico mezzo utile per farsi conoscere era il passaparola”.
Cosa è cambiato negli Anonimo FTP rispetto al primo album "Vetro" e quanto c'è nella vostra scelta sonora di new-wave, punk, psichedelica e indie?
"E' cambiato molto per quello che appariamo all'esterno, molto poco, invece, per quello che effettivamente siamo sempre stati: un gruppo rock che si propone in maniera sincera e senza troppi artifici mediatici, che nel corso del proprio percorso musicale ha prodotto un primo disco, ‘Vetro', dalle sonorità ruvide e ‘arrabbiate', un secondo lavoro più acido e psichedelico, per arrivare all' ultimo cd con una impostazione più ‘pop', nel senso più popolare del termine... Gli Anonimo FTP sono new-wave nelle ritmiche, punk nell'interpretazione, psichedelici nelle atmosfere e, infine, indie nell'intenzione”.