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Incendio agli Universal Studios: Soundgarden, Hole e altre band hanno fatto causa per i master originali bruciati. Tutti i dettagli
Arriva la class action legale che ci aspettavamo già da giorni: “UMG non proteggeva le registrazioni master che gli erano state affidate”
Nel 2008 un tremendo incendio, divampato agli Universal Studios di Hollywood, avrebbe fatto perdere per sempre i master originali delle registrazioni di alcuni dei più grandi artisti al mondo. Nirvana, Guns N’ Roses, Iggy Pop, Soundgarden, Eric Clapton, Aerosmith: questi sono solo alcuni dei nomi la cui musica sarebbe andata bruciata. Il New York Times ha aperto un’indagine per fare luce sulle responsabilità della terribile vicenda. E ora, alcuni degli artisti coinvolti hanno lanciato un’azione legale contro l’Universal Music Group.
Erano 10 giorni che si aspettava una cosa del genere. Come riferisce il New York Times, la class action è stata presentata da Soundgarden, Hole, Steve Earle e dagli eredi di Tupac Shakur e Tom Petty. Gli artisti, che hanno visto i loro master bruciare, non erano neanche stati informati sullo stato delle loro registrazioni. Ed è su questo punto che i legali delle star stanno puntando come capo di accusa contro la UMG.
La causa sostiene che l’etichetta “non proteggeva le registrazioni master che gli erano state affidate” e non prendeva le necessarie misure precauzionali per assicurarsi che non venissero danneggiate, distrutte, perse o rubate. Oltre a non aver avvertito subito i diretti interessati, l’Universal Music Group conservava tutta la documentazione artistica in un luogo inadeguato e scadente, “un luogo da falò”, come si legge negli atti. Ma non finisce qui, l’accusa punta il dito anche sulle false dichiarazioni, e sul fatto che l’etichetta avrebbe insabbiato le prove per nascondere l’accaduto. “Fino a oggi, l'UMG ha omesso di informare i querelanti che le loro registrazioni master sono state distrutte nell'incendio”.
La class action non troverà, però, facile risoluzione. Probabilmente la difesa sottolineerà il fatto che i nastri perduti erano di proprietà di UMG. Un avvocato ha, infatti, affermato: “Nella stragrande maggioranza degli accordi di registrazione, il nastro è di proprietà della casa discografica. Quindi anche se il copyright della canzone è dell’artista, il master fisico è diverso. Nel contratto questo punto non viene specificato, ma c’è una forte argomentazione a favore della società”.
Indipendentemente da tutto questo, era un diritto contrattuale dei cantanti di rivolgersi legalmente contro la società. Ora i legali hanno chiesto un risarcimento che ammonterebbe a 100 milioni di dollari. Tra le altre cose, l’Universal Music Group avrebbe nascosto 150 milioni di dollari ricevuti dall’assicurazione a seguito dell’incendio, “apparentemente sperando che potesse tenersi tutti i soldi per sé e di seppellire la verità in documenti sigillati e con un accordo di transazione confidenziale”.