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Josh Homme: "Non ero più in grado di fare musica. Mi sono esiliato per superare il dolore della perdita"
Il leader dei Queens Of The Stone Age: "Oltre a Taylor Hawkins e Mark Lanegan ho perso tante persone care in questi anni"
Josh Homme, voce, leader e presenza gigantesca dei Queens of the Stone Age e del suono storner rock californiano, ha parlato del suo ritorno alla musica dopo sei anni di silenzio in cui, ha detto: «Mi sono volontariamente esiliato per superare il dolore».
I sei anni sono quelli trascorsi da Villains, settimo album dei Queens of the Stone Age uscito nel 2017 a …In Times New Roman, nuovo album registrato nel suo studio Pink Duck a Burbank e negli Shangri-La Studios di Rick Rubin a Malibu in uscita il 16 giugno. Un periodo difficile per Josh Homme che ha dovuto affrontare la morte di due cari amici, Taylor Hawkins dei Foo Fighters (scomparso il 25 marzo 2022 in Colombia) e Mark Lanegan (morto il 22 febbraio 2022 in Irlanda) che ha fatto parte della formazione dei Queens of the Stone Age dal 2001 al 2005. «Non sono stati gli unici, in totale ho perso sette persone importanti della mia vita tra amici e familiari, ho visto la devastazione che il dolore può provocare» ha detto in una nuova intervista, «Non ero più in grado di fare musica, non mi sentivo pronto mentalmente ed emotivamente».
La pandemia e i lunghi mesi di isolamento sono diventati così un occasione per riflettere: «Sono stati positivi per me, perché ci hanno spinto tutti a farci la stessa semplice domanda: cosa è davvero importante per te? Non c’è altro di cui hai bisogno» Josh Homme ha prodotto da solo …In Times New Roman, lavorando con l’ultima formazione della band composta da Dan Fertita, Troy Van Leeuwen, Michael Shuman e Jon Theodore ex batterista dei Mars Volta: «Anche se ha una sua complessità il nuovo album è composto da elementi musicali più semplici di quelli che ho usato in passato». L’identità dei Queens of the Stone Age in continuo mutamente e la loro potenza di suono è secondo Josh Homme un modo per superare ogni tipo di difficoltà, artistiche e personali: «È nella natura di questa band resistere ad ogni cosa e incorporare le esperienze di vita nella musica. Cambiamo in continuazione e ci adattiamo». Per quanto riguarda il suo amico Taylor Hawkins, Josh Homme ha elogiato la scelta dei Foo Fighters di andare avanti anche dopo la sua morte: «È importante onorare Taylor e dimostrare l’amore per lui nell’unico modo in cui possono farlo. Quando il viaggio di una persona su questa terra arriva alla fine, quelli che rimangono sono obbligati ad andare avanti».