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Kid Rock: chiuso temporaneamente il suo locale di Nashville per violazione delle norme anti Covid-19. Guarda le foto

Redazione Virgin Radio

Una multa e sospensione dell'attività per cinque giorni: non sono state rispettate le norme anti assembramento

Quando la pandemia è scoppiata negli Stati Uniti, Kid Rock si è rifiutato di chiudere il suo locale Big Honky Tonk and Steakhouse che si trova a Nashville, nel Tennessee. Il rocker non ha voluto sentire ragioni, neanche di fronte all’ordine di chiusura emanato dal sindaco della città dopo che la stessa aveva registrato i primi casi.

Adesso il musicista sta pagando le conseguenze delle sue azioni: la licenza del suo locale è stata sospesa per violazione delle norme anti-Covid-19, in quando i proprietari non hanno garantito il distanziamento sociale tra i clienti né hanno seguito le linee guida per la riapertura degli esercizi commerciali e dei ristoranti.

Secondo quanto riportato dal Tennessean, il locale di Kid Rock, così come un altro locale chiamato Broadway Brewhouse and Nudie’s Honky Tonk, lo scorso weekend avrebbero servito alcolici al bancone e sarebbero stati scoperti dagli ispettori incaricati di controllare la zona. Il piano che regola la riapertura degli esercizi di Nashville, però, vieta il servizio al bancone, almeno in questa prima fase. In sostanza, i clienti non possono consumare le loro ordinazioni in piedi per evitare assembramenti.

L’ispettore Melvin Brown ha spiegato chiaramente come stanno le cose: “Si è verificata la violazione di due punti delle linee guida, i quali stabiliscono che le aree al bancone dei locali devono essere chiuse al pubblico – ha detto – non sono permesse interazioni con i clienti e gli alcolici possono essere serviti solo ai tavoli e agli stand”. La conseguenza di queste violazioni è stata la sospensione della licenza per cinque giorni a partire dal 18 giugno, oltre che il pagamento di una multa di 1000 dollari; gli ispettori in seguito torneranno a verificare che i locali sospesi rispettino le disposizioni una volta riaperti.

Kid Rock, in realtà, avrebbe violato anche un’altra norma, quella che prevede il distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine da parte dei clienti: in una foto del locale condivisa sui social, invece, si vede chiaramente che la zona del bancone non solo è affollatissima, ma le persone presenti non indossano le mascherine, a eccezione dei componenti dello staff del bar.

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In the time since this picture was shared (not by me, somebody else took it and shared it initially), Steve Smith, his lawyer and his brother John Taylor have compared them opening to the #blacklivesmatter protests and called being fined a double standard, called Covid a hoax and declared Fox News the only arbiter of truth, and most recently they equated their fight against our local government (a government crippled by our state legislation and governor who are all Trump cronies) to LIVING IN EAST GERMANY BEHIND THE BERLIN WALL. That’s all I got, man. Anyway, #blacklivesmatter, #blackmusicmatters, call your reps and ask them to support funding for musicians and the arts so they don’t have to play packed houses and risk their lives, and support @nivassoc so we can get the venues where actually independent original music happens back open again. #covid19 #dogwhistle

Un post condiviso da Jerry Roe (@jerryroe) in data:

La cosiddetta “Fase 3” a Nashville dovrebbe iniziare lunedì 22 giugno, con la riapertura di tutti gli esercizi e con il permesso per i locali di poter accogliere i clienti al 50% della loro capienza, sempre per evitare assembramenti.

Il socio in affari di Kid Rock e co-proprietario del Big Honky Tonk and Steakhouse, Steve Smith, si è lamentato per quanto accaduto: “Il Governo di Nashville è come i comunisti – ha dichiarato – ci hanno rinchiuso dietro un Muro di Berlino. Alcune settimane fa abbiamo incontrato il sindaco Cooper e i dottori e abbiamo spiegato loro perché, secondo noi, il servizio al bancone è più sicuro di quello al tavolo”. A marzo Smith si giustificò per la decisione di tenere il locale aperto sostenendo che le misure di contenimento adottate fossero eccessive: “Un mio anziano cliente ha vissuto l’epidemia di polio – ha detto – e non ricorda che misure così severe siano mai state prese nella storia”.

Kid Rock non ha molta fortuna con i locali, o forse bisognerebbe piuttosto dire che non è in grado di gestirli. Ad aprile ha dovuto chiudere il suo ristorante Made in Detroit, situato alla Little Caesars Arena, lo stadio NBA casa dei Detroit Pistons: durante uno show nel suo locale in Tennessee una sera ha offeso pesantemente Oprah Winfrey, anche se poi si è giustificato dicendo che il suo non era un attacco razzista, bensì una critica a proposito delle condizioni imposte per partecipare allo show della conduttrice televisiva. Le sue giustificazioni, però, non hanno fermato le proteste dei leader per il movimento per i diritti civili di Detroit, i quali lo hanno attaccato accusandolo proprio di essere razzista, per le offese a Oprah Winfrey e anche per altre sue dichiarazioni. A quel punto il cantante ha deciso di chiudere il suo ristorante nella città del Michigan, per la gioia dei residenti. Alla fine, però, in questo caso è convenuto anche a lui: con la NBA ferma, in questi mesi il suo locale all’interno dell’arena sarebbe rimasto sempre chiuso e avrebbe probabilmente fallito.

 

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