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David Bowie in un'intervista del 1999 anticipò pregi e difetti di Internet! Guarda il video
“Il potenziale di ciò che Internet sta per fare della società è inimmaginabile”, dichiarò all’epoca il cantante
David Bowie era un innovatore. E come innovatore, durante un’intervista del 1999 con il giornalista della BBC Jeremy Paxman, il Duca Bianco predisse gli effetti di Internet sull'industria musicale in termini sia di benefici sia di danni: "Il potenziale di ciò che Internet sta per fare della società è inimmaginabile. Volevo fare il musicista, perché mi sembrava da ribelle. Sembrava si potesse influenzare il cambiamento, attraverso la musica. Quando ero molto giovane bisognava sintonizzarsi sulla radio per ascoltare i dischi americani. Non c'era MTV. Il rock and roll era una chiamata alle armi. Ora è un'opportunità di carriera. Come Internet adesso porta la bandiera dell'essere sovversivo. Caotico, nichilista". Durante il suo racconto, Bowie parlò anche della "demistificazione fra il pubblico e l'artista", che a suo avviso era uno degli strumenti più potenti di Internet. Considerando che l'anno precedente aveva creato Bowie.net, il musicista si trovava nella posizione di poterne commentare gli effetti.
Così, predisse lo stato di Internet nel futuro, mentre descriveva con precisione quello della cultura musicale del periodo, riflettendo sul genere degli ascoltatori e sulla cultura 'taglia e incolla' che stava per esplodere: "Sta diventando sempre più una questione di pubblico. Dal mio punto di vista, essendo un artista, mi piace osservare la costruzione di un nuovo rapporto fra noi e gli ascoltatori. Ci sarà un crollo della personificazione, credo, nel passaggio dalla cultura rave degli ultimi anni, in cui il pubblico era importante almeno quanto chi suonava. Credo che non abbiamo nemmeno visto la punta dell'iceberg delle insidie di Internet: il contesto e lo stato reale del contenuto saranno diversi da tutto ciò che prevediamo al momento. L'interazione fra l'utente e il provider distruggerà la nostra idea del mezzo. Sta già accadendo. Quello spazio grigio sarà al centro del XXI secolo".