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Courtney Love ricorda Kurt Cobain: “È una cazzata che non volesse il successo!”. Leggi l'intervista
La vedova del leader dei Nirvana ha concesso un’intervista a GQ in cui parla di un momento difficile affrontato da lei e da Cobain
Sono passati 24 anni dalla morte di Kurt Cobain.
Era il 5 aprile 1994 e uno dei leader della musica si toglieva la vita lasciando un vuoto immenso dietro di sé. Sulla sua vita (e la sua morte), sulla sua musica e sulla sua relazione con la moglie Courtney Love hanno parlato in molti. A distanza di tanti anni, la vedova di Cobain ha deciso di concedere un’intervista a GQ a proposito dell’idea del marito di abbandonare i Nirvana. E nega che il marito non desiderasse il successo.
Impossibile non pensare anche al pezzo scritto nel 1992 da Lynn Hirschberg che definì la coppia “i nuovi Sid e Nancy”. A questo proposito, la Love ha dichiarato: «Kurt diventò ancora più solitario e parlava della fine della band. Dave se ne andò a Los Angeles per andare in skate per un po’ con i suoi vecchi amici di Washington, perché la vita mia e di Kurt si trasformò in una sequela di avvocati, di medici per i problemi di stomaco di Kurt e di droghe varie. Avevamo perso del tutto di vista Hole e Nirvana. Dovevamo salvare nostra figlia. Penso che Dave fosse sensibile a questa cosa e si sia preso quindi una pausa. Dave e Krist conoscevano come si comportava Kurt e non mi puntavano mai il dito contro, di questa cosa gli sono grata».
Per la leader delle Hole (gruppo alternative rock nato nel 1989) fu un momento molto difficile: «C'è questo mito che Kurt non volesse il successo. È una cazzata. Si è spaccato il culo per formare la band giusta. Kurt amava quello che avevano fatto e che avevano spodestato Michael Jackson dalle charts, ma non ha mai potuto veramente apprezzarlo perché il circo è venuto in città per prenderci il nostro bambino. Non credo che la band avesse discussioni interne sul successo. Dave lo stava accogliendo, così come Kurt. Il successo è un bel bagno caldo d'amore dal mondo esterno, ma anche l’inferno di un insegnante severo».